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Valnerina, sembravano tartufi invece erano allucinogeni: nei guai giovanissimi

Pubblicato il 18 Gennaio 2016 18:00 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:47

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All’apparenza sembravano dei piccoli tartufi, ma dagli accertamenti è emerso ben altro. All’interno delle bustine sigillate, infatti, vi erano sì dei funghi ma allucinogeni. In totale una ventina di grammi di sostanze stupefacenti, noti come “mushmagic”, che i carabinieri della stazione di Cerreto di Spoleto hanno trovato in tasca a dei giovani lo scorso sabato, durante alcuni controlli in Valnerina. Ad insospettire i militari la modalità di confezionamento di quelli che, come detto, all’apparenza sembravano innocui tartufi, ma anche l’atteggiamento tenuto dai giovani fermati. Effettuato il narcotest, i carabinieri hanno quindi scoperto la natura allucinogena dei piccoli tartufi. Sono ora in corso accertamenti per verificare la provenienza di questo particolare stupefacente, mentre i ragazzi fermati sono stati segnalati alla prefettura di Perugia. E sempre nell’ambito dei controlli sul territorio, tre uomini sono stati denunciati per guida in stato di ebbrezza, come dimostrato dal test dell’etilometro. Venerdì, invece, a finire nei guai è stato un 29enne di origini albanesi. Il giovane, J.R. queste le sue iniziali, è stato notato dai carabinieri della stazione di Campello sul Clitunno mentre si aggirava a piedi in modo furtivo. Alla vista della pattuglia il 29enne ha cercato di allontanarsi per eludere il controllo, ma è stato immediatamente raggiunto e bloccato dalla polizia giudiziaria. Dagli accertamenti è emerso come il giovane fosse rientrato in Italia, nonostante l’espulsione disposta ed eseguita nel 2014 per ordine del Tribunale di sorveglianza di Spoleto. I militari lo hanno arrestato in flagranza di reato, come previsto dalla legge sull’immigrazione clandestina. Dopo esser stato trattenuto nelle camere di sicurezza spoletine, l’uomo è stato condotto di fronte al giudice, che, oltre alla convalida dell’arresto a seguito di giudizio direttissimo, ha disposto per il ripristino della misura del carcere, sospesa nel 2014 con l’espulsione dal territorio italiano. 

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