Manca ormai poco al nuovo vertice al ministero dello Sviluppo economico, in cui si tornerà a parlare della vertenza delle acciaierie ternane. L’incontro tra Governo, sindacati e azienda inizierà domani pomeriggio (mercoledì 26 novembre) intorno alle 16 e, con ogni probabilità, andrà avanti fino a quando non si giungerà ad un accordo condiviso sul piano industriale dell’Ast. In questi giorni, inoltre, si sono recati a Terni i segretari nazionali della Fiom (Maurizio Landini), della Fim (Marco Bentivogli) e della Uilm (Mario Ghini), proprio in vista del vertice al Mise.
Il sottosegretario Graziano Delrio – Oggi è arrivato un nuovo appello dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio: “Credo che più nessuno possa permettersi di non valutare nel merito le proposte”, ha dichiarato. Per Delrio, quindi, “l’accordo è a un passo” e lancia un appello, rivolto sia ai sindacati che all’azienda, a chiudere la trattativa. “L’azienda – ha dichiarato Delrio – ha bisogno di ricominciare a produrre, quattro settimane di sciopero metterebbero a rischio il sito”. Per il sottosegretario infatti “si può discutere continuando a far lavorare la fabbrica”. “Dall’Europa – aggiunge – ci aspettiamo che garantisca l’impegno assunto a suo tempo di valorizzare il sito produttivo”.
Maurizio Landini (Fiom) – Per il segretario della Fiom Maurizio Landini, invece, le cose sono chiare: “La richiesta dell’azienda è quella di farci firmare i licenziamenti. Noi – sottolinea Landini – non abbiamo nessuna intenzione di firmare. Nemmeno un dimezzamento del salario. Domani lavoreremo ancora su questo fronte – ha concluso – Qualsiasi decisione andrà presa con il consenso di lavoratrici e lavoratori. Qualsiasi decisione sarà presa con un referendum”.
Assessore regionale Stefano Vinti – Ad intervenire anche l’assessore regionale Stefano Vinti, che approva la posizione espressa nei giorni scorsi dal segretario della Fiom quando afferma che “non si può fare un accordo a tutti i costi”. Per Vinti “le dichiarazioni di Landini sono condivisibili soprattutto per quanto riguarda la firma di un accordo che deve prevedere la continuazione della produzione dell’acciaio a Terni, la rinuncia da parte dell’azienda ai licenziamenti e il rafforzamento delle tutele che riguardano le condizioni di lavoro degli operai delle acciaierie e dell’indotto”.
Marco Bentivogli (Fim) – Marco Bentivogli della Fim, invece, questa mattina ha dichiarato: “È ovvio che non c’è un accordo a tutti i costi, ma la nostra determinazione è fare di tutto perché si arrivi a fare un accordo. Dopo 35 giorni di lotta ad oltranza è importante iniziare a vedere i primi risultati”. E tornando sulle dichiarazioni del segretario della Fiom, Maurizio Landini (“Non si può fare un accordo a tutti i costi”), Bentivogli ha spiegato che “è chiaro che l’accordo deve essere sostenibile e su questo, sulle posizioni della mediazione, c’è unità totale di tutti, di tutto il movimento sindacale”. Secondo il leader Fim, inoltre, “sul piano industriale per Ast ci sono stati notevoli passi in avanti, mentre restano aperte questioni relative alla distanza sul salario, sull’integrativo da riconoscere dopo la disdetta di tutti i contratti aziendali”. Sulla rimodulazione dello sciopero programmata dalle rsu, Bentivogli ha voluto rimarcare che si tratta di una “decisione unitaria, non un atto di debolezza ma un atto di forza: bisogna sempre fare le lotte più efficaci che costino meno dal punto di vista salariale ai lavoratori”.
Mario Ghini (Uilm) – Della difficile trattativa ha parlato anche Mario Ghini della Uilm. “Abbiamo fatto tanti passi in avanti – ha dichiarato – manca ancora un passettino, ma come al solito spesso è quello più difficile. Sta alla capacità di tutti noi trovare le soluzioni migliori”.
Ora quindi non resta che attendere il vertice al Mise, sperando in una risoluzione positiva della vertenza.