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Amianto, Petrini (Filca Cisl): “A Foligno e Spoleto necessari interventi urgenti”

Pubblicato il 17 Aprile 2015 14:29 - Modificato il 6 Settembre 2023 00:25

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L’amianto fa ancora paura. A dirlo sono le sigle sindacali Cgil, Cisl e Uil riunitesi venerdì a Perugia per presentare la piattaforma regionale “L’Amianto uccide il diritto di ogni cittadino a vivere in un ambiente sano”, coordinata da Franca Gasparri della Cgil regionale. Sono ancora molti, infatti, gli edifici in Umbria costruiti con amianto e non ancora bonificati, tra cui molteplici scuole. Secondo un’elaborazione di Legambiente è accertata la presenza d’amianto in almeno 84 edifici pubblici e 104 privati della regione, per un’estensione pari a 269 mila metri quadrati. “Ma – dicono i sindacati – questo è un quadro ancora incompleto, ed è necessario procedere pertanto ad una mappatura continua, supportata da tecnologie adeguate, con un sistema di rilevazione e censimento che deve restare in capo all’Arpa”. Ciò provoca un inesorabile aumento delle malattie tumorali legate all’amianto: secondo i dati del registro tumori umbro, nel corso dell’ultimo decennio e nella nostra regione sono 418 le persone colpite da mesotelioma. Per il territorio di Foligno e Spoleto a parlare è Emanuele Petrini, segretario regionale della Filca Cisl, il quale sostiene che “circa il 50 e il 60 per cento delle scuole del territorio hanno queste difficoltà ma non solo. Anche nel privato ci sono strutture che non sono state bonificate in questi anni e sulle quali bisognerebbe fare un intervento di tipo strutturale. Questo non soltanto sullo smantellamento ma sulle polveri che sono il problema vero. Le rotture, infatti, possono determinare il rilascio di fibre o polveri tossiche. Inoltre, i problemi sono anche nelle aziende dove ci sono ad esempio macchinari vecchi che hanno ancora guarnizioni in amianto”. Non è chiaro quali siano le strutture sulle quali agire con maggiore urgenza, ed è per questa ragione che i sindacati richiedono l’intervento di un protocollo preciso che garantisca interventi mirati per la tutela di tutti i cittadini. “La nostra richiesta è quella di fare uno studio preciso attraverso la Regione e in sintonia con i Comuni – aggiunge Petrini – e fare una scaletta di priorità in merito allo smantellamento e al rifacimento di coperture o interventi sulla struttura. Infatti, attraverso i nostri riferimenti, Rsu e Rls, possiamo fare uno studio delle aziende sulle quali agire in maniera più mirata, istituendo un tavolo non solo regionale, ma molteplici tavoli specifici in base ai vari territori, per intervenire in tempi rapidi e con un criterio. Perché alla fine si rischia di fare un protocollo si, ma senza risultati precisi. E la Regione su questo dovrà mettere la propria parte con i contributi, propri o europei”. 

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