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Bps, indagato il governatore di Bankitalia Ignazio Visco

Pubblicato il 20 Ottobre 2015 08:10 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:44

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Corruzione e truffa. Sarebbero queste le accuse nei confronti di Ignazio Visco, il governatore della Banca d’Italia, che sarebbe indagato insieme ad altre persone dalla Procura di Spoleto. La vicenda è quella del commissariamento della Bps, la banca popolare spoletina e la conseguente vendita alla Banca Desio del 2014. A rivelarlo è Il Fatto Quotidiano, giornale diretto da Marco Travaglio. L’edizione di martedì 20 ottobre riporta infatti l’inchiesta del pubblico ministero Gennaro Iannarone che vede indagati i commissari nominati da Bankitalia (Giovanni Boccolini, Gianluca Brancadoro e Nicola Stabile), i componenti del comitato di Sorveglianza (Silvano Corbella, Giovanni Domenichini e Giuliana Scognamiglio) e l’attuale presidente di Bps, Stefano Lado, che è vicepresidente di Banco Desio. Tutti insieme ovviamente ad Ignazio Visco. L’intera vicenda della vendita da parte dei commissari è ricostruita all’interno de Il Fatto attraverso anche alcuni esposti. Sarebbe già arrivata anche una nota da via Nazionale. “La Banca d’Italia – scrivono – non è a conoscenza di alcuna iniziativa dell’autorità giudiziaria”. INTERVIENTE A.SPO.CREDIT – Sulla vicenda è arrivata anche una nota di Carlo Ugolini, presidente di A.Spo.Credit, che ha convocato una conferenza stampa per domani mattina alle 11,30 a Perugia. Nella nota stampa, Ugolini e l’avvocato Riziero Angeletti, sottolineano la loro intenzione nell’illustrare l’esposto presentato in Procura contro Bankitalia, così come confermano l’iscrizione nel registro degli indagati di Ignazio Visco. “Da un certificato di comunicazione d’iscrizione a registro di una parte offesa – afferma Carlo Ugolini – emerge che il presidente Visco è indagato dal 28 gennaio 2015 per concorso in corruzione, abuso d’ufficio e truffa, e infedeltà a seguito di dazione o promessa di utilità”. Il numero uno di A.Spo.Credit conferma inoltre che sono otto complessivamente gli indagati nell’inchiesta. “L’esposto che ha portato all’apertura del fascicolo è stato presentato da un centinaio di vecchi soci della Popolare di Spoleto – dichiara Ugolini – secondo i quali ci sarebbero state una serie di condotte irregolari nel passaggio a Banca Desio. In particolare, sempre secondo l’esposto dei vecchi soci, ci fu un’offerta di una società di Hong Kong, la ‘Nit Holding’, superiore di 100 milioni di euro rispetto a quella avanzata da Banca Desio. Offerta alla quale – conclude – dicono oggi i vecchi soci della Popolare, i commissari di Bankitalia rifiutarono senza fornire alcuna motivazione chiara”. IN PARLAMENTO – “Il M5S chiede che venga istituita una commissione d’inchiesta parlamentare che a margine dell’azione giudiziaria vada ad analizzare l’operato e le procedure seguite da Bankitalia”. Lo afferma il senatore umbro Stefano Lucidi del Movimento 5 Stelle. “Come già fatto per Monte Paschi chiederemo al Parlamento di occuparsi direttamente di Bankitalia, dei suoi dirigenti e delle procedure di verifica e controllo”.

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