La Regione accelera sulla differenziata. Ad illustrare il piano per questo 2016 è stata direttamente la presidente Catiuscia Marini, che vuole la raccolta “porta a porta” al 60% in tutti i Comuni umbri entro la fine del 2016. Per la fine di marzo infatti, la direttiva regionale vuole la raccolta differenziata domiciliare in tutti e 92 i Comuni, altrimenti “sarà la Regione, anche attraverso commissari ad acta, a provvedere per arrivare ad un risultato omogeneo”. L’altro obiettivo è poi quello della sperimentazione della tariffa puntuale, sulla quale già qualche realtà, come Foligno, sta lavorando. Ma quale è la situazione nel territorio dell’Ati3, ovvero nella Valle umbra sud? “In questo territorio si è fatta una scelta di gradualità. L’incremento della differenziata comporta un incremento dei costi del servizio perché aumenta la dotazione strumentale, la spesa del personale e del trasporto – afferma Fausto Galilei, direttore Ati3 –. Abbiamo quindi deciso di puntare su una politica del contenimento delle tariffe. Abbiamo preferito non aumentare le bollette ai cittadini del 15 o 20 per cento. Ora aspetteremo la notifica della delibera”. E se è vero che differenziare i rifiuti significa meno immondizia in discarica e quindi un abbattimento dei costi per i cittadini, c’è comunque da dire che incrementando il “porta a porta”, le tariffe devono comunque essere ritoccate all’insù per raggiungere gli obiettivi imposti dalla legge. Rimane il fatto che in Umbria ci sono belle differenze di percentuale per quanto riguarda la differenziata. Al 2014, la percentuale di raccolta nell’Ati2 era al 60%, mentre nell’Ati3 si fermava al 43,4%. “E’ vero, ma se nel nostro territorio avessimo applicato le loro tariffe, ora saremmo al 120 per cento di raccolta” afferma Galilei. Il direttore non sembra comunque preoccupato: “Ci siamo anche noi dopo due anni di difficoltà nella riorganizzazione del servizio – spiega – ora siamo attrezzati per il porta a porta generalizzato e per raggiungere l’obiettivo”. A “battere la fiacca” nella Valle umbra sud è soprattutto la Valnerina. “Questo territorio rappresenta meno del 10% della popolazione che copriamo, ma l’area è molto estesa – sottolinea Galilei – è questa la zona dove ancora manca il porta a porta. Ora dovremo lavorare per ampliare questo servizio, ora i sindaci della Valnerina dovranno impegnarsi per raggiungere gli obiettivi”. La vera sfida ora è quella sull’impiantistica: “Stiamo organizzando uno dei primi biodigestori d’Italia che producono bio metano e avremo dei grandi vantaggi e delle royalty per Vus e Ati, con un costo di conferimento dei rifiuto organico inferiore del 30% rispetto alla media nazionale – conclude Galilei – sulla discarica di Sant’Orsola stiamo sistemando l’argine e la potremo utilizzare ancora per un anno, al massimo un anno e mezzo. In questo caso, con una delibera specifica la giunta regionale ci ha voluto premiare con un ulteriore contributo”.
Rifiuti, l’Ati3 punta sul biodigestore: “Pronti alla sfida”
Pubblicato il 27 Gennaio 2016 12:02 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:42
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