Nei primi 10 mesi del 2015 si è pensato a rimettere su e consolidare il tetto crollato e le navate seriamente compromesse da quello stesso crollo. Poi, a partire da ottobre dello stesso anno a eseguire interventi sugli affreschi esistenti e quelli emersi in tutta la loro bellezza subito dopo il caduta del tetto. Ora, però, con ben sei mesi di anticipo rispetto al ruolino di marcia, la chiesa di San Giacomo può tornare fruibile alla sua comunità, al termine di una ricostruzione complicata e complessa ma che oggi permette alla struttura religiosa della frazione spoletina di accogliere i suoi fedeli, e comunque tutti coloro che vorranno visitarla, in totale sicurezza. Tutto ciò già da domenica 23 ottobre, quando si celebrerà anche il rito della nuova consacrazione della chiesa. “La ricostruzione è stata eseguita con tecniche e materiali che hanno ridotto i tempi dei lavori, nonché le spese, e che possono essere presi d’esempio per eventuali opere in altre chiese della nostra diocesi”, ha detto l’arcivescovo di Spoleto-Norcia, monsignor Renatao Boccardo, in occasione della conferenza di presentazione dell’opera finita, con annessi particolari sui lavori eseguiti, svoltasi a palazzo arcivescovile. Iniziativa che è stata occasione per l’arcivescovo Boccardo per ringraziare tutti coloro che hanno contribuito al recupero di una struttura il cui destino venne segnato alla fine di novembre del 2010 con il crollo del tetto proprio mentre si stavano eseguendo interventi strutturali di riqualifica. “Avevamo detto che la riconsegna sarebbe avvenuta a Pasqua 2017 e invece ci siamo riusciti sei mesi prima – ha detto il presule – e di questo dobbiamo ringraziare chi ha lavorato a ritmo intenso e produttivo per riconsegnare una chiesa ricca di storia artistica ma che identifica anche la vita di questo paese”. E del “com’era” e “com’è” l’interno della chiesa, nelle sue volte, in parte ricostruite con pietre autoctone e in parte con materiali molto vicini agli originali, e nei suoi dipinti, sia quelli già esistenti, dove brillano nuovamente i colori che li caratterizzano, che quelli emersi dopo il crollo di sei anni fa, ne è stata data anticipazione grazie a un filmato fotografico realizzato da chi si è assunto l’onere della ricostruzione. Per quello che è stato un impegno di spesa di 550 mila euro come residuo del milione e 280 mila euro stanziati pre-crollo dalla Regione dell’Umbria, 200 mila euro dati dal Cei, 500 mila euro arrivati dalla assicurazione delle ditte che stavano eseguendo i lavori precedenti, e 67 mila euro più 90 mila euro provenienti da un mutuo messi a disposizione dalla stessa parrocchia di San Giacomo. “Anche noi vorremo dare il nostro piccolo contributo – ha detto il sindaco Cardarelli – con la realizzazione di una striscia d’asfalto proprio davanti alla chiesa. Anche per ovviare al rumore che provocano le auto passando sopra alla pavimentazione attuale”. Un intervento che verrà presentato martedì prossimo proprio a San Giacomo, alle 21, e di cui si è fatto promotore il consigliere comunale di maggioranza e cittadino di San Giacomo, Stefano Proietti.
Al termine della illustrazione dettagliata dei lavori, monsignor Renato Boccardo, ha voluto leggere uno a uno i nomi di coloro che hanno contribuito, ognuno nel suo ruolo e insieme a lui, alla realizzazione dell’opera di recupero della chiesa di San Giacomo. Eccolo, allora, nel dettaglio, tutti gli attori che il presule tiene a ringraziare in maniera particolare. Per l’Arcidiocesi sono monsignor Luigi Piccioli, Don Giovanni Cocianga, parroco di San Giacomo, il geometra Gian Mario Zamponi, la Commissione Diocesana con la dottoressa Stefania Nardicchi. Tecnici incaricati per la progettazione e la direzione lavori Giuseppe Scatolini per la Società di Ingegneria M&G Engineering, Lorenza Zuccari, Pietro Aristei, il collaudatore Marino Ercoli e per la consulenza Antonino Gallo Curcio.