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A Cannara scoperto un antico municipio romano: presentati i risultati di scavo

Pubblicato il 1 Luglio 2017 10:34 - Modificato il 5 Settembre 2023 17:06

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Sala gremita all’auditorium “San Sebastiano” di Cannara in occasione della presentazione della campagna di scavo 2017 del sito archeologico “Urvinum Hortense – la città nascosta” dell’Università degli Studi di Perugia. L’incontro, promosso in collaborazione con il Comune di Cannara, è stato il terzo appuntamento del cartellone “Tesori da scoprire” legato alla cicloturistica d’epoca Francesco nei sentieri. Si tratta di un progetto di ricerca e valorizzazione di un antico municipio romano, sito accanto al borgo di Collemancio a Cannara. Il centro antico occupa la propaggine sud-occidentale della collina a una quota di 526 metri dal livello del mare ed è collocato in un punto della sommità del pianoro de La Pieve, dal quale si può dominare gran parte della valle del Tevere. “L’appuntamento è dell’Università – ha commentato il presidente dell’associazione Francesco nei sentieri Cesare Galletti –, mia è stata semplicemente l’idea. Ho messo in contatto l’università con l’amministrazione comunale di Cannara e c’è stata una convergenza d’intenti. In pochi mesi è cominciato lo scavo. È una cosa importantissima, un patrimonio. Urvinum Hortense, la vecchia città romana e preromana, era in una posizione strategica, domina tutta la valle umbra a sud e da Collemancio si vedono tutte le città limitrofe. Per cui sono felice che sia cominciato tutto. Ci sono 30 ragazzi più 5 tutor che scavano”. Da sito infatti il visitatore può abbracciare con lo sguardo un orizzonte vastissimo chiuso a nord-est dalla catena appenninica umbro-marchigiana e a ovest dai monti Martani. Volgendo lo sguardo verso Perugia si scorgono le alture dell’Appennino umbro-toscano. “Senza dubbio – ha sottolineato il professore ordinario di archeologia classica dell’Università di Perugia Gian Luca Grassigli che coordina il progetto – è un sito fondamentale sia dal punto di vista della bellezza paesaggistica, che è comunque una risorsa, che da quello della potenzialità archeologica. Ci troviamo di fronte a una città romana nota, in gran parte da scavare. L’impresa è una sfida importante e ricca di potenzialità. È il nostro  primo anno, scaviamo qui per otto settimane. È uno scavo internazionale e vengono studenti da ogni parte del mondo. Abbiamo un accordo con l’amministrazione comunale di Cannara per i prossimi tre anni, ma speriamo che i risultati spingano a continuare per molto tempo”. “Mi sono recata allo scavo proprio per rendermi conto – ha sottolineato il commissario prefettizio del Comune di Cannara Pina Maria Biele –, per capire la bellezza e percepire l’atmosfera. Ho visto il borgo di Collemancio a sinistra e questa stradina che si inerpica verso l’antiquarium, la zona dove ci sono i reperti. È una ricerca continua dell’individuo e vedere questo lavoro del professor Grassigli e dei suoi ragazzi è una gioia per l’amministrazione comunale e per i cannaresi”. “Non sempre l’archeologia – ha concluso Grassigli – ha tutto questo seguito. Stiamo lavorando su uno strato alto medievale e siamo curiosi di conoscere la città romana. L’attività di scavo è solo una parte del lavoro, il primo passo per restituire alla comunità un bene culturale visitabile. L’archeologia oggi è un investimento per la comunità ma c’è la possibilità di creare un circolo virtuoso legato al turismo e, quindi, una ricaduta economica importante per il territorio. Il primo valore però è quello culturale”.  A presentare la sintesi del lavoro svolto, contesto storico, indagine topografica ed evidenze monumentali, sono stati Enrico Ciafardini e Davide Squillace del laboratorio archeologico ‘Follow the wall’ dell’ateneo perugino.

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