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Violenza sulle donne, Barbetti: “Un pensiero a chi non c’è più e a chi ha perso l’identità”

Pubblicato il 25 Novembre 2017 16:33

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Centoquattordici. Sono le donne uccise nei primi dieci mesi del 2017. A dirlo è il IV Rapporto Eures sul femminicidio in Italia. Paese nel quale, come accaduto altrove, sabato 25 novembre si è celebrata la Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Ma i numeri snocciolati in occasione di questa triste ricorrenza sono anche altri. Sei milioni e 788mila infatti, secondo l’Istat, le donne tra i 16 e i 70 anni che hanno confessato di aver subito violenze, nel 41 per cento dei casi da parte di compagni o ex. E se la percentuale tra donne italiane e straniere vittime di violenza di genere è più o meno la stessa, i casi più gravi hanno riguardato la popolazione femminile extracomunitaria, la stessa che in misura maggiore si è rivolta alle autorità o ai centri specializzati per denunciare quanto subito. In calo del 12 per cento le denunce per violenza negli ultimi anni, sono aumentate del 45 per cento invece quelle per stalking. E mentre si elaborano numeri e statistiche, il 25 novembre in tantissime città ci si è fermati per riflettere e confrontarsi. E’ il caso di Foligno, dove sabato mattina studenti e cittadini si sono incontrati per la presentazione del libro “Non è colpa mia”, scritto dalla psicologa e psicoterapeuta Lucia Magionami e dalla giornalista Vanna Ugolini. Incentrato sulle storie di Lica, Giacomo e Luigi, tre uomini che hanno ucciso altrettante donne, il volume evidenzia come, dai loro racconti, i tre uomini non appaiano mostri, né malati. “Non ci sono raptus, né scatti d’ira – osservano le autrici -. Il percorso verso il femminicidio è più lungo, lastricato di silenzi, di prigioni culturali, di diversi modi di intendere la vita, dell’incapacità di dare un nome ai sentimenti, alle situazioni e quindi di riconoscerle”. Uomini, ma non solo. Il pensiero è andato, infatti, innanzitutto alle vittime di violenze. “Voglio rivolgere un pensiero alle tante donne scomparse – ha detto il vicesindaco Rita Barbetti, intervenendo all’incontro – ma anche a coloro che hanno perso la propria identità perché hanno subìto violenza”. Presenti all’evento con gli studenti delle scuole superiori cittadine anche Ivana Donati e Maria Cristina Zenobi, rispettivamente presidenti delle associazioni Fulgineamente e Nel nome del rispetto. 

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