Ancora troppe impurità nell’organico che finisce nel biodigestore di Foligno. Un trend che deve essere migliorato quanto prima, per permettere al nuovo impianto di “Casone” di lavorare al meglio e poter produrre compost e biogas di qualità. Per farlo c’è bisogno dell’impegno di tutte le parti interessate: dagli utenti che eseguono la raccolta differenziata agli operatori della Valle Umbra Servizi, passando per Asja, società che gestisce il biodigestore. Attualmente, secondo le analisi e i dati forniti da Arpa Umbria, l’organico conferito nell’impianto folignate ha una percentuale di impurità che si attesta tra il 10 ed il 15% (l’obiettivo è non superare il 5%). A richiamare tutti ad una migliore separazione dei rifiuti era stato anche Sergio Ciucci, presidente della Consulta del biodigestore. Bacchettando i cittadini, il presidente Ciucci aveva evidenziato un’alta percentuale di plastica all’interno dell’organico. Insomma, c’è bisogno di un cambio di passo. Se da una parte la raccolta porta a porta dell’organico in tutta Foligno potrà incrementare la quantità, c’è la necessità di un ulteriore sforzo per arrivare al 72,3% di differenziata imposto dal Dgr 34 del 2016. Tornando al biodigestore, dopo la produzione del compost, a dicembre si partirà con l’immissione nella rete cittadina di biogas che affiancherà il tradizionale metano. “Questa attività è in fase di collaudo – afferma il dottor Moreno Marionni, responsabile dell’igiene ambientale ed impianti di Vus – ed entro fine novembre Asja metterà a punto la produzione di biogas”. Tornando alla raccolta differenziata, Marionni ricorda come “quello che per l’utente è uno scarto, per Vus diventa la materia prima da lavorare all’interno del biodigestore. Lavorare su quantità e qualità della materia prima salvaguarda sia lo smaltimento dei rifiuti in discarica e permette di trasformare il rifiuto in una risorsa”. Di tutto ciò se ne è parlato nel corso di un seminario in programma mercoledì mattina nella sede operativa della Valle Umbra Servizi. Nel corso dell’incontro è stato esaminato l’attuale stato della raccolta dei rifiuti nel territorio, con l’obiettivo di trovare le migliori soluzioni. All’incontro è intervenuto Marco Ricci del Cic, ovvero il Consorzio italiano compostatori: “Le buone pratiche per avere un organico di qualità partono dall’impegno dei cittadini – spiega Ricci -. E’ importante il controllo lungo tutta la filiera, ma è fondamentale il primo passaggio, quello effettuato dall’utente”. Tra i modelli virtuosi d’Italia c’è sicuramente quello di Sommacampagna, nel Veneto. “Da venti anni – racconta Marco Ricci – questo Comune applica un modello domiciliare della raccolta dei rifiuti, al quale si aggiunge l’utilizzo della tariffa puntuale nei confronti degli utenti”.
Foligno, ancora troppe impurità nell’organico. A dicembre via al biogas
Pubblicato il 31 Ottobre 2018 11:22 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:31
Il biodigestore di Foligno
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