Forse è ancora presto per metabolizzare. Già, perché un mese intenso come quello appena passato, è difficile da immagazzinare tutto d’un fiato. Stiamo parlando dell’esperienza del vescovo di Foligno, Gualtiero Sigismondi, che nel mese di ottobre ha partecipato al Sinodo dedicato ai giovani. Il presule folignate era infatti uno dei padri sinodali, il secondo dell’Umbria insieme al cardinale Gualtiero Bassetti. Un compito sicuramente non facile, che l’assistente ecclesiastico dell’Azione cattolica ed il presidente della Conferenza episcopale italiana, sono comunque riusciti a portare perfettamente a termine. “I giovani, la fede e il discernimento vocazionale”, questo il tema scelto per il quindicesimo Sinodo dei vescovi guidato da papa Francesco. Monsignor Gualtiero Sigismondi ha raccontato la sua esperienza sabato pomeriggio all’Istituto San Carlo, in occasione delle celebrazioni in ricordo del vescovo milanese. Con Sigismondi c’era anche Gioele Anni, uno dei giovani uditori del Sinodo 2018. “Arrivato a Roma, mi sono subito reso conto che il dono che il Signore voleva farmi era immenso – racconta alla platea il vescovo Sigismondi -. Grande spazio è stato dedicato alle difficoltà che la Chiesa sta attraversando, anche se non reputo il documento finale un frutto maturo del Sinodo. Quello che è certo, è che è impossibile camminare insieme senza avere un baricentro: la parola d’ordine del mese di riflessioni è stata quella dell’ascolto”. Nel corso delle assemblee, monsignor Sigismondi era seduto vicino a due vescovi cinesi, che per la prima volta sono riusciti a partecipare al Sinodo in rappresentanza della Cina continentale: “La scena più bella è averli visti abbracciare il Papa in maniera energica. Anche Francesco si è commosso nel salutarli nel corso della messa d’apertura: è il chiaro segno che la Stella sta spuntando ancora da oriente”. E se da una parte il Sinodo dedicato ai giovani ha fatto capire al vescovo di Foligno l’importanza di aprirsi anche alle nuove frontiere del digitale (“devo svegliarmi” ha affermato scherzando ndr), dall’altra monsignor Sigismondi è pronto a trasmettere nella sua Diocesi l’esperienza capitolina: “Ho capito che non esiste discernimento che possa prescindere dallo sguardo – racconta il presule -. Nel corso del mio intervento, avevo in animo di lasciare ai presenti un’immagine. Ho pensato quindi allo scambio di doni tra il tartufo e la pianta: uno scambio che deve valere anche tra giovani e anziani. Solo attraverso lo scambio dei doni può nascere un gioiello prezioso”. Nel prezioso pomeriggio di racconti, ha preso più volte la parola anche il giovane Gioele Anni, che ha dato dimostrazione di grande fede e maturità: “Umanità, fede e Chiesa, sono queste per me le fasi centrali del Sinodo – sottolinea il 28enne Gioele Anni -. I padri sinodali hanno ascoltati i giovani e anche noi abbiamo avuto il nostro spazio. Noi vogliamo essere non solo convocati ma anche protagonisti e corresponsabili”.
Al termine del giornaleradio delle 18.30 andrà in onda su Radio Gente Umbra l’intervista al vescovo di Foligno. Ai microfoni di Rgu monsignor Sigismondi racconterà la sua esperienza al Sinodo e le sue sensazioni a pochi giorni dal rientro nella sua Diocesi
L’incontro al San Carlo con monsignor Sigismondi e Gioele Anni