E’ scattata poco dopo le otto di mercoledì mattina la demolizione delle strutture abusive all’interno del campo rom di Sant’Eraclio. A Foligno ruspe in azione sotto la supervisione delle forze dell’ordine. Sul posto gli agenti della polizia locale, insieme ai carabinieri e una camionetta del reparto mobile della polizia. In via Pozzo Secco è stata quindi messa in pratica l’ordinanza del Comune di Foligno, che prevedeva l’abbattimento delle baracche e delle strutture in muratura realizzate in maniera abusiva. Una squadra di tecnici Enel ha inoltre provveduto a scollegare il cavo della corrente elettrica che alimentava le strutture. La polizia veterinaria della Usl2 è invece stata chiamata per la presenza di alcuni cani. Il tutto, a pochi giorni dall’ultimo Comitato di sicurezza effettuato in Prefettura, che ha dato il via libera alla demolizione degli abusi edilizi e che dovrebbe portare all’esproprio della parte interessata dall’abuso stesso. Una ventina i sinti che vivono nelle roulotte piazzate all’interno di un terreno di proprietà di uno di loro. “Protesteremo con i camper sotto al palazzo comunale – dice uno dei rom ai tecnici e alle forze dell’ordine, presenti sul posto mercoledì mattina -. Il Comune – aggiunge – non ha rispettato gli accordi, questi terreni li abbiamo regolarmente acquistati più di venti anni fa”. Attualmente non sembra esserci una soluzione alternativa, visto che i rom hanno rifiutato la possibilità di andare a vivere nelle case di Annifo e Colfiorito realizzate dopo il terremoto del 1997. “Le ruspe hanno iniziato a spaccare le baracche dove abitano intere famiglie, persone con disabilità, anziani, bambini – spiega Marcello Zuinisi, legale rappresentante di Nazione Rom -. Sono stati violati gli accordi raggiunti nella riunione del 26 febbraio scorso”. “Tra marzo e aprile 2019 dovevano essere riaperte le graduatorie per l’assegnazione delle case popolari – prosegue Zuinisi – tutte le famiglie avrebbero presentato la richiesta per ottenere un alloggio permettendo la piena inclusione di tutta la comunità: non si può lasciare in mezzo la strada interi nuclei familiari”.