Per undici lunghi anni Ferdinando Tamburo ha trascorso quattro pomeriggi a settimana nel centro dialisi del San Giovanni Battista di Foligno, al punto che quel reparto è diventato per lui una seconda casa. “Penso fosse tra i pazienti con più presenze” racconta oggi la figlia Laura, che insieme al fratello Claudio, è tornata a dire grazie al personale medico e sanitario che per più di un decennio ha seguito papà Ferdinando.
Neanche due mesi fa, infatti, i due fratelli avevano espresso il loro apprezzamento attraverso una lettera. Parole alle quali si è ora aggiunta la donazione di due sedie a rotelle da destinare ai pazienti del centro emodialisi dell’ospedale cittadino. Presidi consegnati lunedì mattina, nel corso di un piccolo incontro tra parenti e sanitari in cui l’emozione e la commozione erano palpabili.
“Questo reparto era diventato una seconda casa per papà – ha spiegato Laura Tamburo – e quando negli ultimi tempi era ormai evidente che non sarebbe rimasto con noi ancora a lungo, abbiamo maturato il desiderio di fare qualcosa, di lasciare un segno della sua lunga presenza in questi luoghi e soprattutto dell’assistenza e professionalità che gli hanno permesso di vivere così tanto nonostante la sua patologia”.
Da qui, dunque, la scelta di donare una sedia a rotelle, per far sì che gli utenti possano raggiungere in maniera più agevole il reparto soprattutto quando la malattia si fa più pesante. E così, in occasione del funerale di Ferdinando, i figli Claudio e Laura hanno raccolto offerte per questa donazione, offerte che con il tempo sono raddoppiate grazie al sostegno del personale dell’Istituto comprensivo Foligno 2 e del settore lavori pubblici del Comune di Foligno. Le sedie a rotelle sono così diventate due.
“Noi – ha aggiunto Laura Tamburo – abbiamo solo lanciato l’idea, ma la risposta è stata così generosa che non possiamo fare altro che dire grazie a tutti”. A chi ha partecipato alla donazione, ma anche “a chi – come sottolineato anche da Claudio Tamburo – si è preso cura di papà Ferdinando per undici anni”. Medici e infermieri che sono stati per lui una famiglia. E per un grazie dato, c’è stato anche un grazie ricevuto. Quello che il personale del centro di emodialisi ha rivolto ai due fratelli. “Perchè – hanno detto i sanitari – la vostra gratitudine non è scontata”.