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La Valle Umbra Sud si sta spopolando, Bravi (Ires): “Servono politiche di sviluppo e lavoro”

Pubblicato il 10 Settembre 2019 11:42 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:36

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La Valle Umbra Sud si sta spopolando. A lanciare l’allarme è l’Istituto ricerche economiche sociali della Cgil, con il presidente umbro Mario Bravi che chiede iniziative adeguate per impedire che il trend continui ad accentuarsi nei prossimi anni.

A determinare questa preoccupante situazione, secondo quanto riportato dall’Ires, sono più fattori, a cominciare dalla perdurante crisi economica che spinge sempre più giovani a lasciare la terra in cui sono nati e cresciuti per cercare fortuna in altre regioni italiane o addirittura all’estero. A questo si va ad aggiungere il venir meno della componente migratoria dall’estero che ha consentito un saldo positivo negli anni precedenti e infine un processo di invecchiamento progressivo. Un processo di invecchiamento che il presidente Bravi apostrofa come “molto consistente”, dal momento che – sottolinea – “in alcuni comuni porta il rapporto tra mortalità e natalità addirittura da 4 a 1”. A soffrirne è tutta la Valle Umbra Sud, senza eccezioni. Il fenomeno, infatti, riguarda tanto le città più grandi come Foligno quanto i piccoli borghi.

Dati Istat alla mano, nella città della Quintana la popolazione al di sotto della fascia o-15 anni è pari al 13 per cento, inferiore anche se di poco alla media nazionale che corrisponde al 13,2 per cento. Per quanto riguarda, invece, la popolazione ultra ottantenne la percentuale è dell’8,3 per cento contro il 7,2 per cento della media nazionale. Il tasso di mortalità si attesta sull’11,2 per cento, il doppio rispetto a quello della natalità fermo al 6,6 per cento. Morale della favola, per l’Ires Cgil se la tendenza dovesse mantenersi così, Foligno rischia un calo degli abitanti.

E se la città della Quintana non ride, nel borgo di Nocera Umbra il quadro che si delinea è ancora peggiore. Nella città delle Acque, infatti, la popolazione al di sotto dei 15 anni è solo l’11,6 per cento mentre gli ultra ottantenni rappresentano il 10,4 per cento. In questo caso il tasso di mortalità è del 15,8 per centro contro il 5,5 per cento della natalità, con un rapporto di tre decessi per ogni nato.

Una situazione simile a quella registrata a Bevagna, dove la popolazione al disotto dei 15 anni è del 12 per cento mentre gli ultra ottantenni costituiscono il 9 per cento. Anche nella città delle Gaite il rapporto tra tasso di mortalità (12,4) e di natalità (4,1) è di 3 a1.

Drammatica, infine, la situazione a Sellano. Qui il rapporto tra tasso di mortalità (19,6) e tasso di natalità (5,6) è addirittura di 4 a 1. I giovani al di sotto dei 15 anni rappresentano il 9,4 per cento della popolazione, mentre gli ultra ottantenni toccano quota 13,5 per cento.

“Questi dati – commenta Mario Bravi – dimostrano l’esistenza di una emergenza demografica più forte nei piccoli comuni, ma presente anche a Foligno. Un’emergenza demografica che mette in discussione l’attrattività del territorio”. Da qui la proposta del presidente Ires di lavorare alla costruzione di un vero progetto per lo sviluppo e il lavoro. “Prima che – conclude – sia troppo tardi”.

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