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A Scafali si parla di giustizia riparativa con “Il dono della mantella”

Pubblicato il 24 Settembre 2019 11:21 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:33

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Ripartire dal passato per vivere il presente. È la filosofia che permea l’evento promosso dall’Arca del Mediterraneo, in programma per domenica 29 settembre, alle 21.15, in piazza del Popolo a Scafali. Per l’occasione, infatti, la piccola frazione di Foligno farà da sfondo a “Il dono della mantella”, curato dalla Compagnia della carità per la regia di Loretta Bonamente.

Al centro della rappresentazione il tema della giustizia riparativa, fronte su cui si sta muovendo la Caritas folignate per aiutare chi ha avuto problemi con la giustizia a ripagare la società per il danno che le ha arrecato. “Questa rappresentazione – commenta il direttore della Caritas folignate, Mauro Masciotti – rientra nella settimana dell’accoglienza ed incarna il primo evento promosso dall’Arca del Mediterraneo nell’ambito della giustizia riparativa”. Per il direttore dell’Ufficio pastorale della Diocesi “un momento che vuole in qualche modo incarnare una sorta di riscatto di una comunità la cui storia è stata segnata da un brutto episodio”.

“Il dono della mantella”, infatti, prende le parti da un fatto realmente accaduto nella comunità di Scafali nel 1919. Era una domenica sera – racconta un articolo dell’epoca della Gazzetta di Foligno – e alcuni soldati slovacchi raggiunsero la piccola frazione folignate per cenare in una bettola. Ma quando a fine serata andarono a riprendere i loro mantelli, si accorsero che ne mancava uno. “Lo richiesero con maniere quasi supplichevoli ai presenti – si legge nella Gazzetta di Foligno -, ma da questa richiesta nacque un tafferuglio”. Un tafferuglio che vide gli abitanti di Scafali inveire contro i soldati, arrivando a percuoterli e ferirli gravemente. Una pagina nera per la comunità e che ora torna a rivivere.

“In questo modo – ha spiegato Mauro Masciotti – vogliamo dare un segnale di ripartenza e trasformarlo in testimonianza di fronte a tutto quello che accade oggi. Vogliamo così – ha concluso – dimostrare la nostra accoglienza verso il prossimo”.

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