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Immaginate un giorno di ordinario eroismo

Pubblicato il 19 Aprile 2020 10:11 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:52

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Un bambino può insegnare sempre tre cose ad un adulto:

a essere contento senza motivo.

a essere sempre occupato con qualche cosa.
a pretendere con ogni sua forza quello che desidera.

(Paulo Coelho)

 

Ore 8.00 del mattino (quando va bene), nel dormiveglia si odono piccoli passi felpati che sostano dietro la porta della camera da letto, e mentre tenti di riprendere conoscenza, la porta si spalanca liberando tuffatori professionisti che effettuano un doppio carpiato atterrando sulle vostre gambe (sempre quando va bene…) ancora paralizzate da quel brusco risveglio.

Buon giorno Papà…che facciamo di bello oggi?”

Se bene o male eravate sopravvissuti all’attacco aereo, e stavate riprendendo piano piano l’uso degli arti inferiori appena bombardati, quella semplice domanda uscita dalla bocca sorridente dei vostri bambini vi tramortisce, è come un gancio destro che non avete visto partire, ma che ora vi lascia li sdraiati come dei pugili suonati.

Cercando di riordinare le idee, vi girate cercando lo sguardo di conforto di vostra moglie, ma capite subito che il gancio destro ha fatto il suo sporco lavoro anche dall’altra parte del letto, allora con le poche forze rimaste vi mettete seduti e provate a intavolare un progetto mattutino che possa farvi sopravvivere, almeno fino a pranzo senza idee da serial killer degne di una puntata di “A crime to remember”, quindi recuperando dal vostro back-up mnemonico un’espressione adatta, con voce entusiasta provate a dire: “stamattina colazione doccia e poi papà e mamma vi aiutano a fare i compiti di Italiano e Storia”.

Ecco, immediatamente gli sguardi si abbassano, le teste si girano e di colpo gli abusivi che avevano occupavano il vostro talamo sono scomparsi, riuscite ancora a percepirne la presenza in casa solo dai mugugni provenienti dalla cucina, che però forse è meglio non decifrare.

In una colazione in cui, tra una fetta biscottata e un sorso di latte, avete dovuto combattere come un broker di Wall Street su quanto tempo dovessero durare i compiti, da quale materia iniziare, e neanche il Jolly di un’ora pomeridiana con i video giochi è riuscito a farvi vincere, senza sapere come sia successo hanno deciso tutto loro, sia il “quanto” che il “quale”.

Dopo aver diviso “Sparta e Atene” nella guerra per chi doveva per primo farsi la doccia, si palesa magicamente un silenzio irreale, rotto solo dallo scoscio della doccia e dallo sguardo di una madre che già si prepara a spartire le acque del bagno di casa come un nuovo Mosè.

Asciugato il diluvio universale finalmente si prova ad iniziare i compiti, aprite il “Padlet” dove le maestre inviano i compiti dei vostri bambini e rimanendo un po’ increduli pensate, ho sbagliato file, forse ho aperto per errore i compiti di tutta la scuola? No, non avete sbagliato…sono solo compiti per i vostri figli.

Messa l’anima in pace, e capito di aver ipotecato buona parte della giornata, iniziate a scorrere i link con i compiti assegnati per le varie materie, ed è a questo punto il vostro sguardo si annebbia, iniziate a sudare, e il respiro diventa accelerato, e mentre la mente corre indietro a cercare nei cassetti della memoria quelle nozioni di grammatica, scienze, e matematica che avete dimenticato da anni, cerchi tua moglie con lo sguardo, ma essendo lei una donna quindi geneticamente più furba è già scomparsa dietro un aspirapolvere usato come un destriero lanciato al galoppo verso dei mulini a vento.

Quindi tra giustificazioni tipo “non me ricordo” oppure “la maestra non ce l’ha mai spiegato” e dopo alcune ore di pazienti spiegazioni, alcune possibili solo da ricerche su internet effettuate di nascosto in bagno, per non farsi deridere da quei piccoli cattedrati, si riesce a completare una parte di quel sommo programma arrivato per mail, ora finalmente ci si avvia verso la cucina dove Don Chisciotte conclusa la battaglia con l’aspirapolvere, ha magistralmente preparato un pranzo che a vederne le proporzioni ti aspetti che da un momento all’altro bussino alla porta tutti i condomini.

Finito il pasto pantagruelico oramai diventato una normalità, i bambini si avviano correndo nelle loro camerette per riscuotere l’ora jolly con i videogiochi. A questo punto in lontananza ti appare un miraggio, laggiù a pochi metri da te c’è un divano, un televisore e un telecomando, e con l’agilità post prandiale di un orso bruno ti avvii verso quella metà lungamente sospirata.

Mentre fai zapping tra inutili canali con altrettante inutili discussioni sulle varie teorie per sconfiggere un virus che ci ha cambiato la vita, pensi quanto sia difficile cercare di far percepire una parvenza di normalità alla tua famiglia, e quando tua moglie ti raggiunge portandoti il caffè, inizi a capire che in fondo sei tanto fortunato rispetto a tante altre persone.

Questo periodo ci ha tolto tanto è vero, ma se ci pensiamo un attimo, quando tutto questo sarà finito qualcosa ci mancherà, il tempo che abbiamo dedicato ai nostri figli sarà per loro un prezioso ricordo, non crediamo che loro non soffrano, questa quarantena li ha strappati dai loro amici, dai loro sport, dalla loro scuola e le loro abitudini, dai loro nonni, eppure ogni giorno sono loro a darci la forza ed il coraggio per affrontare un nuovo giorno e speriamo anche un nuovo tempo fatto ancora di amicizia e convivialitá.

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