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Dal 18 maggio di nuovo messe con i fedeli. Boccardo: “Valorizziamo ancor di più l’Eucarestia”

Pubblicato il 7 Maggio 2020 16:39 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:47

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“La notizia del protocollo tra la Conferenza episcopale e il Governo italiano ci rallegra, perché segna il ritorno ad una certa normalità nella pratica della vita cristiana”. Così commenta l’arcivescovo di Spoleto-Norcia Renato Boccardo e presidente della Ceu il protocollo Governo-Cei per la ripresa delle celebrazioni liturgiche con il popolo, sottoscritto, il 7 maggio, dal presidente del Consiglio dei Ministri, dal presidente della Conferenza episcopale italiana e dal ministro dell’Interno, concernente il rispetto delle necessarie misure di sicurezza emanate con il DPCM dello scorso 26 aprile a seguito dell’emergenza sanitaria da Covid-19. Le celebrazioni con il popolo riprenderanno il prossimo 18 maggio.

Questo significativo atto, prosegue l’arcivescovo Boccardo, “è l’occasione per ringraziare la presidenza della Cei che in questi mesi ha condotto un dialogo, qualche volta più teso, qualche volta più sereno, con i rappresentanti del Governo. Dopo tante parole inutili ed anche cattive che sono state dette, accusando i vescovi di essere cedevoli di fronte alla forza dello Stato, è bello ribadire che attraverso il dialogo, che porta certamente a dei momenti di tensione, si può arrivare a qualche cosa di buono e di utile per tutti”.

“Adesso ritorniamo alla celebrazione dell’Eucaristia con la dovuta prudenza – evidenzia mons. Boccardo –. E’ stata una grande sofferenza per i credenti dover rinunciare alla celebrazione eucaristica, dover rinunciare agli incontri e alla condivisione con la comunità cristiana, eppure tutto questo ci aiuta, forse, a valorizzare ancora di più, adesso che possiamo tornare all’Eucaristia, il grande dono che la stessa Eucaristia, con la celebrazione della Messa, costituisce per la nostra vita quotidiana”.

“Adesso si tratta di guardare avanti – precisa il presidente della Ceu –, perché non è possibile rifare tutto quello che facevamo prima, come lo facevamo e con chi lo facevamo. Concentriamoci su quello che è essenziale, concentriamoci sul Mistero eucaristico, sulla vita della comunità e sulle varie iniziative di carità e di solidarietà che sono fiorite in questo tempo, senza dimenticare che la vita cristiana si alimenta grazie all’Eucaristia, all’ascolto orante della Parola del Signore, alla preghiera personale e comunitaria, ai gesti della carità e della solidarietà”.

“Sono tutti elementi – conclude l’arcivescovo Boccardo – che ci permettono di celebrare un’unica grande liturgia, che è la liturgia della vita. Tutti noi siamo chiamati, secondo la parola della Scrittura, ad offrire la nostra vita come sacrificio spirituale gradito a Dio. La nostra vita è fatta di tante cose e cerchiamo di raccoglierle tutte insieme queste ‘tante cose’ e di offrirle tutte con la loro preziosità e con la loro ricchezza al Signore perché ce le restituisca in grazia e in benedizione”.

LE DISPOSIZIONI – L’accesso individuale ai luoghi di culto in occasione delle celebrazioni si deve svolgere in modo da evitare ogni assembramento sia nell’edificio sia nei luoghi annessi, come per esempio le sacrestie e il sagrato, nel rispetto della normativa sul distanziamento tra le persone. 

Viene stabilita e indicata la capienza massima dell’edificio di culto, tenendo conto della distanza minima di sicurezza, che deve essere pari ad almeno un metro laterale e frontale.

L’accesso alla chiesa, in questa fase di transizione, resta contingentato e regolato da volontari e/o collaboratori che – indossando adeguati dispositivi di protezione individuale, guanti monouso e un evidente segno di riconoscimento – favoriscono l’accesso e l’uscita e vigilano sul numero massimo di presenze consentite. Laddove la partecipazione attesa dei fedeli superi significativamente il numero massimo di presenze consentite, si consideri l’ipotesi di incrementare il numero delle celebrazioni liturgiche.

Coloro che accedono ai luoghi di culto per le celebrazioni liturgiche sono tenuti a indossare mascherine.
Non è consentito accedere al luogo della celebrazione in caso di sintomi influenzali/respiratori o in presenza di temperatura corporea pari o superiore ai 37,5° C, ne a coloro che sono stati in contatto con persone positive a SARS-CoV-2 nei giorni precedenti.

Agli ingressi dei luoghi di culto siano resi disponibili liquidi igienizzanti.

l luoghi di culto, ivi comprese le sagrestie, devono essere igienizzati regolarmente al termine di ogni celebrazione, mediante pulizia delle superfici con idonei detergenti ad azione antisettica e provvedere al ricambio dell’aria.
Le acquasantiere saranno vuote.

Sarà ridotta al minimo la presenza di concelebranti e ministri, che sono comunque tenuti al rispetto della distanza prevista anche in presbiterio. Può essere prevista la presenza di un organista, ma in questa fase si ometta il coro.
E’omesso ancora lo scambio del segno della pace.

La distribuzione della Comunione avvenga dopo che il celebrante e l’eventuale ministro straordinario avranno curato l’igiene delle loro mani e indossato guanti monouso; gli stessi – indossando la mascherina, avendo massima attenzione a coprirsi naso e bocca e mantenendo un’adeguata distanza di sicurezza – abbiano cura di offrire l’ostia senza venire a contatto con le mani dei fedeli.

Le eventuali offerte non sono raccolte durante la celebrazione, ma attraverso appositi contenitori, che possono essere collocati agli ingressi o in altro luogo ritenuto idoneo.

La celebrazione del sacramento della Confermazione è rinviata.

Ove il luogo di culto non è idoneo al rispetto delle indicazioni del presente Protocollo, l’Ordinario del luogo può valutare la possibilità di celebrazioni all’aperto, assicurandone la dignità e il rispetto della normativa sanitaria.

Si favoriscano le trasmissioni delle celebrazioni in modalità streaming per la fruizione di chi non può partecipare alla celebrazione eucaristica.

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