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Nella ripartenza bene ristorazione, faticano tessile ed edilizia: la ricetta di Confartigianato Foligno

Pubblicato il 10 Giugno 2020 16:46 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:40

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Non solo l’industria, ma anche il comparto delle piccole e medie imprese, che operano nel Folignate, sembra aver resistito alla forte onda d’urto del Covid-19. Secondo quanto reso noto dal presidente della sezione territoriale di Confartigianato, Moris Fiorelli, infatti, ad oggi non ci sarebbero state chiusure, anche se non tutte le attività sono già ripartite. “C’è chi sta ritardando nella riapertura – spiega a questo proposito – per cui solo più avanti capiremo se si sia trattato solo di uno slittamento del ritorno in attività o se quelle saracinesche rimarranno definitivamente abbassate”.

Buona la ripartenza per il comparto della ristorazione, complice anche il periodo e la disponibilità dei Comuni a concedere spazi esterni senza supplementi. “Il vero problema su questo fronte – ha commentato il numero uno di Confartigianato – lo avremo in autunno, quando il meteo non renderà più funzionali le aree esterne e i locali del centro storico dovranno fare i conti con spazi interni ridotti”.

In sofferenza, invece, il settore dell’edilizia e quello del tessile. Nel primo caso, le speranze sono tutte riposte nell’Ecobonus 110 per cento che, si spera, possa dare una boccata d’ossigeno all’intero comparto. Per quanto riguarda il tessile, invece, la situazione per il presidente Fiorelli resta critica. Non solo per il settore moda, ma anche per tutto l’indotto che genera. Nonostante, dunque, non si registrino chiusure, sono tante le criticità da affrontare nel mondo dell’artigianato che, come ricordato da Moris Fiorelli, “rappresenta il 95 per cento delle imprese italiane”.

Tre le parole chiave per la ripartenza: liquidità, chiarezza e fiducia. “Liquidità intesa come contributi a fondo perduto – commenta – soprattutto per le imprese che hanno particolarmente subito gli effetti del Covid”. Imprese che, a fronte di mancati incassi, hanno dovuto comunque sostenere dei costi, compresi quelli per sanificazione, igienizzazione e dispositivi di protezione, e fare i conti con una riduzione di personale. “Nota negativa sul fronte liquidità – prosegue Fiorelli – è che alcune banche non sono propense a liquidare i finanziamenti da 25mila euro previsti dal Fondo di garanzia Pmi”. La chiarezza, invece, riguarda le linee guida che le imprese sono chiamate a seguire. Infine, la fiducia. “Senza fiducia – ha concluso Moris Fiorelli – le imprese non ripartono e neanche l’economia. Sono le imprese che muovono tutto”. Necessario, quindi, agire sulla ripresa e sull’occupazione, che oggi preoccupa soprattutto sul fronte degli stagionali. “Le piccole attività, infine – ha concluso Fiorelli -, sono strategiche per la rinascita dei centri storici, soprattutto in una fase delicata come quella che stiamo vivendo”. 

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