Classe in quarantena all’Istituto tecnico tecnologico “Leonardo da Vinci” di Foligno dopo che uno studente è risultato positivo al Covid 19. In isolamento domiciliare non solo gli alunni ma anche tredici docenti. In attesa che l’Usl comunichi ufficialmente il termine del periodo di quarantena ed il conseguente ritorno in aula, la scuola presieduta da Simona Lazzari si trova a fare i conti con un problema comune ormai ad altre realtà, quello cioè della mancanza di personale.
Dal canto suo, l’Itt “Da Vinci” si è immediatamente attivato per la nomina di supplenti, sia ordinari che “Covid”. Qui il punto. L’Ufficio scolastico regionale, da cui dipende l’assegnazione degli insegnanti ordinari, è in ritardo nelle procedure, ma i supplenti Covid, la cui nomina spetta invece ai singoli istituti, non sempre accettano di sedere ad una cattedra che dovranno lasciare alla fine dell’emergenza. Sovente quest’ultimi decidono, dunque, di attendere l’esaurimento delle procedure, seppur come detto in ritardo, con cui l’Ufficio scolastico regionale sta assegnando gli incarichi normali. “Un problema, quello della mancanza di personale, di non facile risoluzione – ha commentato a Rgu la preside Simona Lazzari -, cui ora stiamo cercando di ovviare attraverso soluzioni flessibili. Ad esempio – ha spiegato – cerchiamo di preservare il legame scuola-studenti in quarantena grazie ai docenti che, di fatto in malattia e con didattica a distanza sospesa, si danno appuntamento con loro da remoto per tenersi in contatto”.
Oltre a denunciare, quindi, la carenza di personale, la dirigente dell’istituto folignate, ha replicato rispetto allo sciopero posto in essere proprio da una classe del “Da Vinci” pochi giorni fa. La stessa che, lamentando lo scarso numero di docenti in dotazione e le ridotte dimensioni dell’aula tanto da non rendere possibile il distanziamento, aveva deciso di non fare ingresso al suono della campanella. “Lo scarso numero di insegnanti a nostra disposizione non ha permesso di sdoppiare la classe come chiedevano i ragazzi – ha dichiarato a Rgu Lazzari –, ma che lo spazio in aula non garantisse lezioni in sicurezza è una versione lontana dal vero. A conferma di ciò – ha concluso – il controllo effettuato anche dall’Usl”.