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Emergenza Covid, gennaio critico per il distretto di Foligno

Pubblicato il 4 Febbraio 2021 20:28 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:50

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Un mese di gennaio critico per il distretto di Foligno, dove a partire dai primi giorni del nuovo anno si è registrato un aumento dell’incidenza per 100mila abitanti. Una tendenza che – sulla base dei grafici elaborati dal Nucleo epidemiologico dell’Umbria – ha interessato tanto la città della Quintana quanto i comuni più piccoli come Bevagna, Spello, Valtopina e Nocera Umbra. E che ricalca, secondo quanto emerso negli scorsi giorni, la situazione registrata in linea generale in tutto il Perugino, diversamente da quanto sta avvenendo invece nel Ternano. Dove, come spiegato da Marco Cristofori del Nucleo epidemiologico umbro, la situazione è “in linea con la media nazionale”, che vede cioè “una decrescita a partire dall’ultima settimana di dicembre”. 

Si allarga quindi – come dichiarato dall’esperto – la forbice tra i territori delle due province umbre. Mentre, infatti, nel territorio perugino l’incidenza è di 273 casi su 100mila abitanti, in quello di Terni scende a 83 contagi. “C’è una netta separazione – ha commentato l’assessore alla salute, Luca Coletto – che si è andata evidenziando dopo le festività natalizie e rispetto alla quale stiamo studiando possibili interventi”. 

Umbria a rischio zona rossa? L’assessore Coletto e il direttore generale Claudio Dario non si sbilanciano. “Domani (venerdì 5 febbraio) – hanno commentato – è attesa una nuova riunione della cabina di monitoraggio, nel corso della quale verranno valutati i dati raccolti e si vedranno le soluzioni da adottare”. La strategia dichiarata è quella di attuare “livelli di mitigazione maggiore nelle aree più colpite e laddove sono stati individuati dei cluster”. “La situazione – hanno sottolineato – è attenzionata e monitorata e sarà oggetto di valutazioni quotidiane ed approfondimenti”. 

Tornando all’andamento epidemiologico, tra le fasce d’età più critiche quella tra i 6 e i 10 anni, seguita da quella 11-13 e 0-5. Anche in questo caso, la distribuzione tra le due province è completamente diversa: più alta nel Perugino rispetto al Ternano, come spiegato da Carla Bietta del Nucleo epidemiologico umbro. Intanto aumentano i ricoveri ordinari, tornati ai livelli di novembre, così come il dato relativo ai pazienti in terapia intensiva. La percentuale di occupazione dei posti letto ospedalieri su entrambe le tipologie di ricoveri si attesta attualmente al 47 per cento. “Anche i decessi seguono la curva epidemica e stanno risalendo” ha detto Carla Bietta, sottolineando la necessità di “stare particolarmente attenti”.

L’Umbria, dunque, resta in attesa di conoscere le valutazioni della cabina di monitoraggio ma anche l’esito degli accertamenti effettuati sui 42 campioni inviati negli scorsi giorni dalla Regione all’Istituto superiore di sanità dal quale si saprà se, veramente nel Cuore verde d’Italia, stia circolando la variante brasiliana del virus. 

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