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Foligno, ritrovato quadro del XVII secolo trafugato a Modena 22 anni fa

Pubblicato il 17 Aprile 2021 11:25 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:31

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Dopo 22 anni torna a casa il dipinto a olio su tela “Santi Geminiano, Lucia e Apollonia”, realizzato da un artista modenese vissuto nel XVII secolo. Questa mattina, sabato 17 aprile, l’opera è stata restituita a don Andrea Pattuelli, parroco della Chiesa di Castelvecchio de Prignano sulla Secchia, a Modena, dal tenente colonnello Guido Barbieri, comandante del Nucleo per la tutela del patrimonio culturale di Perugia, alla presenza di Massimo Camisasca, vescovo della Diocesi di Reggio Emilia-Guastalla, del sindaco del Comune di Prignano sulla Secchia, Mauro Fantini.

L’individuazione e il successivo recupero dell’opera sono avvenuti nell’ambito di un’indagine avviata a gennaio 2020, coordinata dalla Procura della Repubblica di Pisa, che ha portato alla denuncia per ricettazione di un commerciante di Foligno e di un informatico di Pistoia. Il dipinto, infatti, è stato recuperato nell’abitazione del 50enne folignate, già imballato e pronto per essere spedito in Sicilia ad un privato acquirente.

Ai due, i carabinieri sono arrivati grazie al monitoraggio del mercato online di oggetti d’arte. Proprio attraverso il controllo di alcuni annunci di vendita, infatti, i militari del reparto specializzato dell’Arma hanno individuato l’inserzione di un antico dipinto che li allertati, spingendoli ad effettuare una ricerca all’interno della “Banca dati dei beni culturali illecitamente sottratti”, il più completo database di beni rubati esistente al mondo.

La comparazione con le immagini contenute nella Banca dati ha condotto i carabinieri ad un furto avvenuto in provincia di Modena nella notte fra il 6 e il 7 giugno del 1999 ai danni della Chiesa di Santa Maria Assunta di Castelvecchio. In quell’occasione i ladri trafugarono tre opere pittoriche seicentesche, temporaneamente collocate nella sacrestia a causa di alcuni lavori di ristrutturazione che stavano interessando l’edificio di culto. Fino al 2006 se ne persero le tracce, quando fu individuata una delle tre tele, poi sequestrata dai militari del Nucleo di Monza.

Ed ora, a distanza di 22 anni è ricomparso un secondo dipinto. La sua individuazione è stata possibile grazie alle immagini che, all’epoca della denuncia, vennero fornite dal parroco e che hanno permesso, oggi, il confronto fra la foto d’archivio con quella associata a un annuncio di vendita. Appena ottenuti tutti gli elementi i carabinieri hanno inviato l’informativa all’autorità giudiziaria che, sulla base dei chiari e inequivocabili elementi raccolti, ha subito emesso un provvedimento di sequestro nei confronti dell’inserzionista identificato attraverso il nickname sull’annuncio di vendita. Ossia il titolare di un esercizio commerciale d’antiquariato della provincia di Pisa.

Nel vedersi notificato l’atto dai militari, il commerciante si è dimostrato sorpreso, dichiarando di non avere mai trattato né visto il dipinto, confermando però la proprietà del profilo web associato all’annuncio. Da lì, dunque, i carabinieri sono risaliti all’esperto d’informatica che, sentito dalle forze dell’ordine, ha ammesso  di avere inserito l’annuncio di vendita “incriminato” per conto di un amico di Foligno operante nel settore del commercio ambulante di manufatti antichi.

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