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Liste d’attesa, in Umbria è allarme rosso. I sindacati: “Situazione insostenibile”

Pubblicato il 30 Ottobre 2021 09:16 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:38

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C’è chi deve essere operato di calcolosi renale da febbraio 2020, chi aspetta da maggio una colonscopia, chi ha avuto il Covid e ne sconta ancora le conseguenze (i cosiddetti malati “long covid”) ma da mesi non riesce a fare gli accertamenti necessari (ad esempio le spirometrie). Sono solo alcuni dei casi emblematici dell’emergenza liste d’attesa in Umbria che vengono raccolti quotidianamente dai sindacati dei pensionati, Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil, nel loro rapporto diretto con le persone. “La situazione era già critica da anni – hanno spiegato in una conferenza stampa i segretari dei tre sindacati pensionati, Maria Rita Paggio (Spi Cgil), Luigi Fabiani (Fnp Cisl) e Francesco Ciurnella (Uilp Uil) – ma con la pandemia il problema è letteralmente esploso. Siamo arrivati al punto che molti pazienti che si recano al Cup escono senza avere un appuntamento, o al massimo con una ‘presa in carico’ che però non risolve il problema. E a chi ha la fortuna di averlo viene spesso chiesto di spostarsi da un capo all’altro dell’Umbria, il che, per le persone anziane in particolare, rappresenta un grande problema”.

La conseguenza di questa situazione è una crescente “rabbia e rassegnazione” delle persone rispetto alle mancate risposte della sanità pubblica e un crescente ricorso al privato-privato (quello che si paga di tasca propria), ma questo – hanno rimarcato Spi Cgil, Fnp Cisl e Uilp Uil – per molti anziani significa dover scegliere tra curarsi e pagare le bollette o fare la spesa. A tale proposito, i sindacati dei pensionati si chiedono se la diminuzione dell’aspettativa di vita, registrata dall’Istat, dipenda solo dal Covid, o anche dalla riduzione dell’accesso alle cure, specie per gli anziani.

A fronte delle insistenti richieste di confronto alla Regione, la presidente Tesei ha fissato finalmente un incontro con i sindacati, ma solo il prossimo 22 novembre. “Avremmo sperato in una maggiore considerazione, vista la gravità della situazione – hanno concluso Paggio, Fabiani e Ciurnella – anche perché sappiamo che c’è un nuovo piano sanitario prossimo all’approvazione, ma ne ignoriamo totalmente contenuti. Di certo, per rispondere al grave problema delle liste d’attesa il primo intervento necessario è quello dell’assunzione a tempo indeterminato di nuovo personale sanitario, come da tempo rivendicato da Cgil, Cisl e Uil. Anche il rinnovo della convenzione Regione-Università potrebbe contribuire a dare un supporto in termini di aumento delle prestazioni. Al contempo, per rispondere alle crescenti cronicità, è fondamentale il rilancio della sanità territoriale, tema sul quale d’altronde insiste anche il Pnrr. L’annunciato taglio dei distretti, contenuto nel libro bianco sulla sanità umbra, sembra però andare esattamente nella direzione opposta”.

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