L’Umbria è tra le regioni italiane con la più bassa percentuale di over 50 non vaccinati: solamente tre hanno numeri migliori. I dati riferiscono, infatti, di un 4,7% di cittadini che ha superato i 50 anni di età che non ha ancora ricevuto neppure una dose. È dell’80,1%, invece, la quota di popolazione complessivamente vaccinata con ciclo completo. “Abbiamo lavorato per priorità” ha dichiarato il commissario regionale all’emergenza Covid, Massimo D’Angelo, spiegando come la regione sia anche sopra la media italiana per somministrazione di terze dosi agli over 60. Intanto nella giornata di domani, sabato 15 gennaio, verrà presentato il nuovo punto vaccinale di Pantalla, mentre si lavora a replicare il progetto pilota del Trasimeno per la somministrazione nei più piccoli all’interno delle scuole anche in altre aree del territorio.
Vaccini, ma non solo. Nel corso dell’incontro che si è tenuto nella mattinata di venerdì 14 gennaio si è fatto anche il punto sulla gestione degli ospedali “che, anche se faticosamente – ha dichiarato l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto – stanno erogando le prestazioni. I dati lo dimostrano – ha proseguito -, per quanto riguarda i ricoveri chirurgici, nel 2021 sono state erogate le stesse prestazioni del 2019”. Entrando nel dettaglio dei numeri delle liste d’attesa, “dal 30 novembre al 5 gennaio – ha dichiarato Coletto – le aziende hanno preso in carico, calendarizzato e erogato 35.493 prestazioni”.
Niente più Covid hospital per l’Umbria, mentre sono stati mantenuti i Covid hotel, utilizzati per garantire la quarantena ai cittadini positivi che hanno necessità. “Abbiamo preservato le due aziende di Perugia e Terni – ha spiegato Coletto -, evitando di sovraccaricarle e distribuendo i pazienti su più ospedali, garantendo una gestione del Covid a livello territoriale”. Strategia che, in ospedali come quello di Foligno – secondo quanto riferito da Coletto – ha comportato una sospensione del primo livello chirurgico, con riferimento principalmente alla chirurgia ambulatoriale, per garantire il funzionamento del “modello Arcuri”, mettendo a disposizione il personale necessario come, ad esempio, gli anestesisti.
“Parallelamente – ha aggiunto l’assessore – rimangono attive le Usca, che ci consentono di curare tanti infetti a casa. Il Covid sta diventando una patologia endemica e ci stiamo già convivendo. Per fronteggiarla possiamo fare riferimento anche a strumenti come le pillole anti-Covi e le monoclonali, oltre ovviamente alla vaccinazione”. I posti Covid attualmente disponibili in area medica sono 236, di cui 196 occupati e 17 liberi; mentre in terapia intensiva se ne contano 20, di cui 12 occupati e 8 liberi. “C’è una potenzialità di posti letto fino a 600 unità – ha quindi aggiunto l’assessore regionale alla Salute – ma l’auspicio è di non arrivarci”. Intanto sono 551 i sanitari attualmente contagiati, secondo i dati riferiti a giovedì 13 gennaio.