“Per l’Umbria, servono interventi strutturali che ridisegnino una sanità integrata, ospedali e territorio, con le strutture pubbliche accessibili a tutti”. Ad affermarlo gli esponenti della Uil Umbria, insieme alle categorie Uil Pensionati e Uil Fpl, mettendo in evidenza il costante invecchiamento della popolazione del Cuore Verde d’Italia. “La popolazione dell’Umbria – dichiarano – è in profonda trasformazione, soggetta più di altre ad un continuo invecchiamento. Si prevede infatti che entro il 2050 gli abitanti di oltre 65 anni saranno il 39 per cento, contro il 26,3 per cento attuale. È per questo che è necessario non sprecare l’occasione dei fondi Pnrr per riorganizzare la sanità. Per l’Umbria – proseguono dal sindacato –, servono interventi strutturali. Non bastano pannicelli caldi che possano assumere un vago sapore elettorale”.
Entrando poi nello specifico dell’ampiamente dibattuta tematica delle liste d’attesa, il sindacato approva gli interventi presi finora ma ne chiede di ulteriori, più concreti, “per invertire definitivamente un trend che ha messo in difficoltà troppi cittadini”. Inoltre – continuano – registriamo la preoccupazione legata allo spostamento delle risorse verso il privato invece che nei confronti del potenziamento del pubblico. Leggiamo, infatti, dell’accordo sottoscritto con una serie di associazioni private sull’assistenza domiciliare, che sposta ben 41 milioni di euro da qui al 2027 verso la sanità privata. Leggiamo anche di nomine di direttori sanitari a raffica nelle aziende ospedaliere, di nuovi impegni e nuovi direttori per l’ospedale di Spoleto; leggiamo di risorse importanti messe a disposizione per il nuovo ospedale di Terni e quello di Narni – Amelia; leggiamo di case della comunità pronte sui blocchi di partenza; leggiamo – proseguono ancora – della volontà di riportare un pronto soccorso a Narni”.
Interventi ritenuti, quindi, non del tutto opportuni dalla Uil Umbria, anche per quanto riguarda lo svuotamento di competenze dall’ospedale di Spoleto verso quello di Foligno, che negli ultimi giorni è finito anche al centro di un botta e risposta tra la capogruppo del Pd folignate Rita Barbetti, e il direttore generale dell’Usl Umbria 2, Piero Carsili. Un provvedimento che, per il sindacato, produrrà un duplice effetto: “Un ospedale, quello di Spoleto, depotenziato e uno, quello di Foligno, strutturato per circa 70 mila cittadini che ora ne dovrà servire 150.000 con, inoltre, tutti i disagi che leggiamo quotidianamente nonostante lo sforzo del personale”. Una scelta che, come affermano ancora dal sindacato, peggiorerà la situazione già in essere, portando non solo più letti nelle corsie ma raddoppiando anche i tempi d’attesa dei pazienti.
In generale, quindi, si tratta di una situazione che viene condannata dal sindacato, che aggiunge: “La Uil è contraria allo spostamento di 90 posti letto dal pubblico verso il privato, con un costo stimato di diversi milioni di euro, cosa che avrebbe comportato anche la necessità da parte della giunta di spiegare l’utilità per la collettività di determinate scelte. Per anni – sottolineano – i cittadini si sono sentiti dire dai Cup che la loro richiesta di assistenza sarebbe stata presa in carico dopo più di un anno o che addirittura la prenotazione non era possibile e, quando lo era, magari il cittadino doveva spostarsi per più di cento chilometri. Oggi a chi ci governa, e a chi lo farà dopo le elezioni – concludono –, chiediamo non misure temporanee ma strutturali, come l’assunzione di personale che passi attraverso una progressiva eliminazione del tetto di spesa e un’organizzazione adeguata alle esigenze dei i cittadini per una maggiore attenzione verso le persone”.