Va avanti il progetto di restauro dei reperti rinvenuti a Colfiorito durante gli scavi per la nuova strada statale 77 “Val di Chienti”. Dopo una prima fase che si è conclusa nel 2019 e che ha riguardato gli elementi metallici, si sta procedendo ora con quelli di ceramica appartenenti – com’è noto – a due importanti corredi funerari. Un progetto che vede in prima linea la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio dell’Umbria e la Direzione regionale musei Umbria con l’apporto determinante ed il costante supporto assicurato da Archeolog, la onlus del Gruppo FS Italiane nata proprio con l’obiettivo di valorizzare i reperti archeologici rinvenuti durante la realizzazione di strade e ferrovie.
I reperti rinvenuti – lo ricordiamo – fanno parte di una necropoli di circa 75 tombe risalenti al VI sec. a.C. situata nella pianura di Colfiorito. Si tratta della “Tomba dei Carri di Colfiorito” e della “Tomba della Principessa di Plestia”, entrambe testimonianze storiche di elevato valore scientifico ed artistico sia per la tipologia deposizionale che per il particolare prestigio dei materiali di corredo. Completato l’intervento di restauro sugli elementi di ceramica, prenderà il via un progetto di valorizzazione che vedrà Soprintendenza, Direzione regionale musei e Archeolog impegnati un’esposizione dei reperti prima nel prestigioso Museo archeologico nazionale dell’Umbria e, successivamente, nel Museo archeologico di Colfiorito, dove verrà realizzato l’allestimento definitivo.
Progetto, questo dell’esposizione “itinerante”, che era stato già annunciato nella primavera del 2019 con un’apposita conferenza stampa, nel corso della quale era stata anticipata l’organizzazione di una prima mostra, in calendario per la primavera del 2020, alle Terme di Diocleziano a Roma, seguita da una seconda iniziativa nelle sale di palazzo Trinci a Foligno e fino ad arrivare, come detto, all’esposizione permanente all’interno del Mac di Colfiorito. L’arrivo della pandemia ha però scombinato i piani originari, che sono stati ora riprogrammati prevedendo, come detto, due tappe: prima a Perugia e poi a Colfiorito.