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Foligno, allarme povertà per gli anziani con pensione di reversibilità

Pubblicato il 4 Aprile 2022 10:58 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:09

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L’aumento di luce e gas e, più in generale del costo della vita, rischiano di far finire in povertà diversi anziani. A lanciare l’allarme è lo Spi Cgil di Foligno in collaborazione con la sezione provinciale. Il sindacato punta i riflettori soprattutto sulla questione delle mogli degli ex ferrovieri che lavoravano all’interno delle ex Ogr. Uno stabilimento che tra gli anni Settanta e Ottanta dava occupazione a circa 3.500 persone, di cui in moltissimi ora in pensione. E proprio le loro pensioni – così come prima i loro stipendi – sono l’unica fonte di sostentamento familiare. Entrate che, quando l’ex lavoratore viene a mancare, si riducono ancora di più in pensioni di reversibilità che a volte non bastano ai coniugi rimasti soli. “A Foligno – illustra Mario Bravi, segretario provinciale Spi Cgil, intervenuto ai microfoni di Radio Gente Umbra insieme a Massimo Venturini della sezione folignate – le pensioni sono leggermente più alte della media nazionale grazie ai ferrovieri, perlopiù uomini. Le donne però hanno statisticamente un’aspettativa più alta e spesso sopravvivono ai mariti. Si tratta di persone che nella vita si occupavano dei lavori domestici e che non hanno maturato nel corso della vita contributi previdenziali. La pensione di reversibilità quindi rischia di non bastare più”. È per questo motivo che lo Spi Cgil chiede che vengano prese delle iniziative. “Si tratta di persone che vivono con una pensione di 700 euro al mese e che devono far fronte all’affitto e all’aumento delle bollette – spiega ancora Mario Bravi –. È importante mettere in campo delle iniziative di sostegno e solidarietà nei loro confronti”. Altro tema legato sempre agli anziani, è quello dello spopolamento delle nostre zone montane. Borghi e paesi che ospitano sempre più persone in età avanzata e che rischiano di perdere tutto il tessuto sociale. Un’azione di rilancio potrebbe essere quella che arriva dal Governo, attraverso il Decreto Sostegni ter che dovrà essere approvato dal Parlamento. All’interno del pacchetto di proposte, c’è anche quella che prevede una fiscalità agevolata per i pensionati residenti all’estero che si trasferiscono nei Comuni terremotati, tra cui proprio quelli umbri. Per loro è prevista un’aliquota del 7%. “La fiscalità di vantaggio – analizza Mario Bravi – è una misura buona se presa a se stante, ma che rischia di creare differenze enormi tra chi paga tanto e vive già in quei territori e chi invece pagherà di meno. Il problema dello spopolamento delle zone montane riguarda tutti, non solo chi ci abita. Si tratta di paesi che molto spesso sono ricchi di storia e che possono diventare un volàno importante per i giovani e per il futuro”.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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