È iniziata con una buona notizia la settimana per il personale sanitario del “San Giovanni Battista” di Foligno, che potrà finalmente tornare ad utilizzare le mascherine Ffp2 pieghevoli, abbandonando di fatto quelle a “conchiglia”, che Cimo-Fesmed aveva bollato come “inidonee per l’uso sanitario”. “Sono state finalmente distribuite dalla farmacia al reparto di medicina Covid dell’ospedale di Foligno e del pronto soccorso le mascherine Ffp2 pieghevoli che stavamo aspettando da almeno tre mesi” ha commentato Cristina Cenci, presidente regionale della Federazione umbra Cimo-Fesmed.
Un’attesa lunga tre mesi dunque, dal momento che la prima istanza il sindacato dei sanitari l’aveva presentata agli inizi del mese di giugno, e che è terminata nella mattinata di lunedì 29 agosto con la distribuzione dei nuovi Dpi. Nel mezzo una seconda istanza, datata 23 agosto, ed anche un botta e risposta tra Cimo-Fesmed e i vertici dell’Usl Umbria 2. Se da un lato, infatti, il sindacato denunciava “irritazioni cutanee, prurito e lesioni da pressione, generando dopo circa un’ora di utilizzo, dolore fastidioso e sudorazione anomala, rendendo inoltre difficoltosa la respirazione”, dall’altro l’azienda aveva sottolineato come i presidi a “conchiglia” fossero in possesso “di tute le certificazioni di idoneità” garantendo “il massimo livello di qualità in termini di efficacia e protezione”.
Una querelle che però, come detto, si è conclusa con il ripristino del modello pieghevole. Ad annunciarlo la stessa Usl Umbria 2, che aveva assicurato l’individuazione “in tempi rapidissimi di una soluzione alternativa”, che affiancasse “alla massima efficacia protettiva, un migliore comfort”. “Siamo contenti che il pronto intervento della direzione sanitaria, della direzione generale e della direzione medica di presidio abbia scardinato quel cavillo burocratico che ci impediva di avere i dispositivi che erano stati prescritti per i nostri colleghi” ha quindi dichiarato Cristina Cenci, spiegando come Cimo-Fesmed continuerà, ora, “a seguire la vicenda per essere sicuri – ha concluso la presidente regionale del sindacato – che finalmente i corretti dispositivi arrivino a tutti: medici, infermieri, operatori sanitari, tecnici di radiologia”.