Clienti spariti e incassi pressoché azzerati. È l’altra faccia della medaglia legata al cantiere che, da dieci giorni, sta interessando via Nazario Sauro. Le opere di rifacimento delle condutture hanno letteralmente “ingabbiato” i commercianti, che stanno vivendo una situazione di forte disagio. La chiusura della strada a ridosso dell’area del parcheggio, rende impossibile la sosta. Ma diventa arduo raggiungere le attività commerciali anche a piedi. È per questo motivo che Manuela Bastianelli (Ham Ham), Claudio Angelucci (Bar Sport), Roberto Mancini (macelleria) e Tecla Pergolesi (Autocentro 3P) hanno inviato una lettera di protesta al Comune, inoltrandola anche a Confcommercio Foligno.
A dar voce agli esercenti è Aldo Amoni, presidente dei commercianti cittadini: “Dobbiamo far sapere alle persone cosa sta succedendo in via Nazario Sauro – afferma Amoni -. I commercianti sono ‘ingabbiati’ e vogliono conoscere i tempi per chiusura definitiva dei cantieri”. Il plurale è d’obbligo, visto che di opere stradali in corso ce ne sono tre. Oltre a quella che interessa direttamente via Nazario Sauro, c’è anche il cantiere del parcheggio dei Canapè – che di fatto ha tolto parte dei posti auto a ridosso delle attività commerciali – e l’altro in via dei Mille. Insomma, una serie di interventi che, avviati contemporaneamente, si stanno rivelando un mix letale per gli incassi dei commercianti.
C’è chi non può più effettuare l’asporto e chi vede le auto esposte per la vendita completamente coperte di polvere. “Volete sapere quanti clienti sono entrati negli ultimi due giorni? – è la domanda di Roberto Mancini ai presenti – Zero. I clienti mi hanno chiamato scusandosi di non poter venire, ma tutti hanno evidenziato hanno grandi difficoltà a raggiungermi”. Non va meglio al Bar dello Sport: “Sto incassando un decimo del solito – rimarca scoraggiato Claudio Angelucci, che nella mail inviata al Comune ha chiesto un indennizzo per il danno subìto -. Anche raggiungerci a piedi diventa pericoloso: via Nazario Sauro è diventata ancor più stretta di prima e anche l’accesso dai Canapé è estremamente limitato”. Per Tecla Pergolesi, che lì gestisce un autosalone, i problemi sono iniziati prima: “Il doppio senso di circolazione ha penalizzato la mia attività e ho perso l’80% delle vendite – spiega -, anche fare manovra con l’auto è diventata un’impresa. Sto seriamente pensando di trasferirmi altrove”.
Tra le richieste sollevate dai commercianti quella di avere tempi certi sulla chiusura del cantiere, così come la possibilità di frazionarlo in parti più piccole, affinché le persone possano accedere alle attività commerciali con più facilità. “Quando è passato il Giro d’Italia le informazioni sono arrivate due mesi prima – dicono in coro -. Se anche in questa occasione lo avessimo saputo con maggiore anticipo magari avremmo chiuso per ferie, almeno i costi di gestione si sarebbero azzerati. Perché – ricordano – oltre al mancato incasso, ogni giorno che apriamo l’attività abbiamo delle ‘spese vive’ tra energia elettrica e tutto il resto”.