Rabbia e preoccupazione. È lo stato d’animo degli abitanti della frazione folignate di Belfiore, in agitazione per il futuro di un’area simbolo della bassa Valmenotre. Un territorio che custodisce ricchezze naturalistiche eccezionali ma che sembra essere oramai abbandonato. “La frazione è diventata un dormitorio – è la denuncia –, visto che la maggior parte degli abitanti torna a casa a fine giornata. Qui non c’è niente da fare”. Da poche settimane ha chiuso lo storico alimentari e l’unico esercizio pubblico ancora in funzione è il bar del paese. A quanto pare, non ci sarebbero nemmeno aree gioco che permettano alle famiglie di portare i propri figli a divertirsi: “C’è chi accompagna i piccoli ai Canapé, ci rendiamo conto?” si chiedono i residenti, che rilanciano: “Basterebbe una piccolissima area verde con un paio di giochi, niente più”.
Ma ciò che sta mandando realmente in fibrillazione i belfioresi e, più in particolare i rappresentanti della quasi ottantennale Unione sportiva Belfiore, è il pericolo di non vedere ricostruita la storica sede. Nell’ex area che un tempo ospitava le strutture di emergenza per il terremoto ’97, il Comune starebbe pensando di realizzare un parcheggio per auto e camper, con pensiline per la ricarica elettrica di veicoli e biciclette. Ma, proprio in quella zona, un tempo era previsto il nuovo edificio dedicato alle attività del centro sociale gestito dalla Usb: “Cinque anni fa la nostra sede venne espropriata e demolita, con la promessa che ne sarebbe stata edificata un’altra nell’area dove oggi il Comune vuole fare il parcheggio – racconta Federico Angeli, presidente dell’Unione sportiva Belfiore -. La precedente amministrazione aveva stanziato 120mila euro, ma tutto sembra essere cambiato”.
Tra le varie cose, ciò che più dispiace ai belfioresi è “la mancanza di condivisione e comunicazione”, che li ha portati a scoprire “solo per caso” le rinnovate intenzioni dell’amministrazione comunale. La sede provvisoria dell’Usb si trova all’interno di una casetta di legno, che non può però essere utilizzata per le attività ricreative. “Organizzavamo corsi di ballo e di ricamo. In passato – affermano – si svolgevano anche lezioni di ginnastica e cene sociali molto partecipate. La sede – proseguono nel racconto – serviva anche come ‘base’ per la corsa ciclistica che storicamente viene fatta il 25 aprile, in occasione della Liberazione”.
Insomma, per la frazione sarebbe un duro colpo, in considerazione del fatto che “mancano strutture pubbliche per incontrarsi” e, quando c’è necessità, “ci si ritrova nei locali della chiesa o a casa di qualcuno, con tutti i limiti dettati dagli spazi di un’abitazione”. Per non infliggere l’ennesimo, duro, colpo alla socializzazione, la richiesta è dunque quella di avere maggiore attenzione da parte del governo cittadino. “Questo paese è la porta dell’Appennino e fa parte a pieno titolo della Valmenotre – spiegano i residenti -, ma si pensa sempre ad altre frazioni, non a noi”. A voler sopravvivere non è solo l’Usb, ma anche le altre piccole realtà associative presenti: “Eravamo una comunità culturalmente vivace, mentre oggi scontiamo questa situazione di abbandono – dicono -. Ecco perché l’area dove dovrebbe sorgere il nuovo centro per noi sarebbe un’opportunità di rinascita. Al contrario, un parcheggio sarebbe utile solo a metà. Nutrivamo tante speranze, ma questo silenzio del Comune ci preoccupa”.