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La Fondazione Carifol si prende cura delle emozioni di oltre 500 ragazzi

Rivolto alle prime e terze classi delle scuole secondarie di primo grado “Carducci”, “Piermarini” e “Gentile”, il progetto prevede l’ingresso in un’aula di uno specialista per prevenire i disagi psicologici degli adolescenti. Coinvolti anche insegnanti e genitori

Pubblicato il 3 Aprile 2024 16:12 - Modificato il 4 Aprile 2024 14:53

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Prendersi cura delle emozioni per prevenire i disagi psicologici e contribuire anche alla crescita della sfera cognitiva. È l’obiettivo che si pone il progetto “La libertà di rinascere”, interamente finanziato dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno e dedicato agli studenti delle prime e delle terze classi delle scuole secondarie di primo grado “Carducci”, “Piermarini” e “Gentile”. Un’iniziativa che si rivolge ad una platea di oltre 500 adolescenti, ma anche al corpo docenti e alle famiglie. “Perché – come spiegato dalla presidente della Fondazione Carifol, Monica Sassi – unire le forze e unire tutte le figure importanti nella crescita dei ragazzi è sicuramente una carta vincente”.

Il progetto, partito lo scorso anno e al quale l’Ente di palazzo Cattani ha voluto dare seguito, prevede l’ingresso in aula di uno psicologo e psicoterapeuta per un intervento di prevenzione primaria per “far conoscere – si legge tra gli obiettivi dell’iniziativa – il vocabolario del mondo emotivo e gli strumenti per valorizzarlo e coltivare al meglio, valutando le conseguenze psicologiche che eventualmente potrebbero insorgere, sia di tipo relazionale che relativamente alla crescita del giovane”. “Se non funziona la sfera emotiva, non può funzionare quella cognitiva, per cui anche i bei voti presi a scuola perdono di significato” commenta a questo proposito il dottor Stefano Pieri, curatore del progetto. Per lo specialista, le difficoltà maggiori si riscontrano tra i ragazzi più grandi. “Già a 13 anni – spiega – fanno fatica a tirare fuori quello che hanno dentro ed è lì che si trova il disagio maggiore. Lavorare a partire dalle prime classi, con degli studenti ancora ‘immaturi’ rispetto al processo di socializzazione – prosegue -, ci permetterà di fare un gran lavoro”.

Tutto questo, come detto, senza tralasciare il rapporto con insegnanti e genitori, ai quali sono dedicati degli incontri appositi. “La scuola – ha dichiarato Maria Vera Speranzini, docente della ‘Carducci’ – rappresenta un filtro, con gli insegnanti che possono indirizzare l’esperto sulle problematiche individuate quotidianamente all’interno della classe”. “Fondamentale – le ha fatto eco Paola Santarelli, docente della ‘Piermarini’ – anche il coinvolgimento delle famiglie, dalle quali in questa seconda annualità abbiamo avuto un’ottima risposta”.

“È progetto – ha spiegato la presidente Sassi – che va ad esplorare e intensificare l’aspetto delle emozioni in studenti che vivono un momento importante della loro crescita. Abbiamo scelto di farlo nelle scuole secondarie di primo grado – sottolinea – perché è quella l’età nella quale i cambiamenti dei ragazzi avvengono in maniera esplosiva e precoce. Supportarli dal punto di vista emozionale oltre che culturale – ha quindi concluso – è per noi un grande investimento su quello che è un patrimonio umano, aiutandoli a conoscersi meglio e ad avere una formazione migliore anche per poter realizzarsi in maniera adeguata”. 

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