Minimizzare i tempi tra la scoperta della lesione e l’intervento chirurgico, garantendo al paziente un percorso snello e senza inutili attese. È l’obiettivo a cui punta la definizione di un percorso diagnostico terapeutico (Pdt) che l’ospedale di Foligno sta mettendo a punto per i pazienti con tumore gastrointestinale. Una necessità che parte dalla constatazione che la rapidità nella diagnosi e nell’avvio del trattamento chirurgico sono fattori determinanti tanto nella prognosi quando per la sopravvivenza del paziente. Al lavoro i professionisti della struttura ospedaliera dell’Usl Umbria 2, quelli dei servizi territoriali e i medici di medicina generale, che nel pomeriggio di martedì 7 maggio si sono incontrati nella sala Alesini del “San Giovanni Battista” proprio per fissare le basi di questo percorso.

Promossa dalla direzione strategica aziendale, da quella medica ospedaliera, e da quella del distretto di Foligno con il supporto del servizio Formazione e comunicazione, l’iniziativa ha visto la partecipazione del direttore generale facente funzioni dell’Usl Umbria 2, Piero Carsili, del direttore sanitario Nando Scarpelli, del direttore del presidio ospedaliero Orietta Rossi, del direttore del distretto di Foligno Pietro Stella e dei responsabili di strutture e servizi aziendali di medicina e chirurgica, ossia Antonella Giglietti, Raffaele Alberto Colucci, Cristina Paganelli, Francesca Greco, Andreino Tassi e Letizia Damiani.

In costruzione, dunque, un modello efficiente per diagnosi e cura tempestive dei tumori gastrointestinali, con particolare attenzione ai tempi rapidi tra la diagnostica gastroenterologica e la chirurgia. Un modello che prende le parti da un flusso ottimizzato di visite, esami e referti, per ridurre drasticamente i tempi di attesa per diagnosi e cura e garantire ai pazienti un percorso rapido e personalizzato, con particolare attenzione alla fase cruciale che intercorre tra la diagnostica gastroenterologica e l’intervento chirurgico.
Il protocollo prevede che entro pochi giorni dall’esame endoscopico che ha evidenziato la lesione sospetta, il paziente venga sottoposto ad una visita multidisciplinare per la discussione del caso e la definizione del piano di trattamento personalizzato. In questo frangente, la collaborazione tra gastroenterologi e chirurghi è fondamentale per garantire una presa in carico tempestiva e un passaggio rapido alla sala operatoria. I benefici riguarderanno, dunque, la riduzione dei tempi di attesa per la visita multidisciplinare (entro 15 giorni dall’esame endoscopico), un minore intervallo tra la diagnosi e l’intervento chirurgico (obiettivo primario del Pdta) e, di consueguenza, il miglioramento della prognosi e della sopravvivenza dei pazienti grazie al trattamento tempestivo. Un modello da replicare – è stato più volte sottolineato nel corso del convegno – per una sanità più efficiente e vicina al cittadino.