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Analisi dei flussi, la risposta al M5s: “Ci sono sviste, ma le valutazioni restano valide”

Bruno Bracalente, Antonio Forcina e Nicola Faloci replicano agli esponenti pentastellati per quanto concerne il comportamento dei loro elettori al ballottaggio che a Foligno ha visto vincere Stefano Zuccarini

Pubblicato il 1 Luglio 2024 12:39 - Modificato il 2 Luglio 2024 17:07

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Studio condotto con la migliore metodologia disponibile al livello internazionale. Ad affermarlo in una nota Bruno Bracalente, Antonio Forcina e Nicola Faloci che hanno risposto alle contestazioni mosse, relativamente allo studio da loro elaborato sui flussi elettorali delle recenti elezioni, dagli esponenti locali del Movimento 5 Stelle Thomas De Luca e David Fantauzzi.
Il dato più eclatante, riportato dall’analisi dell’Università di Perugia e della Regione, è l’ipotesi secondo cui a favorire per larga parte la vittoria di Stefano Zuccarini a Foligno, sarebbero stati circa 300 elettori del Movimento che al ballottaggio avrebbero cambiato preferenza rispetto al primo turno, portando appunto 300 voti in più al centrodestra e favorendo quindi l’elezione dell’attuale sindaco. Si tratta di una stima che ha riguardato non solo le elezioni Amministrative ma anche le Europee, sia della città della Quintana che di Perugia, riportando in entrambi i casi tabelle in cui sono stati ordinati in termini assoluti e percentuali i flussi elettorali.
Tra le critiche mosse degli esponenti politici del Movimento 5 Stelle Fantauzzi e De Luca rientra l’idea che si tratti di un’analisi dei flussi elaborata sulla base di un documento che contiene errori significativi, soprattutto nella redazione e compilazione delle tabelle. A questo, il consigliere regionale pentastellato e quello comunale folignate, aggiungono l’impressione che ci siano errori nella somma dei voti attribuiti agli elettori del Movimento, il riscontro di anomalie tra i flussi delle Europee e il ballottaggio e la critica al fatto che nello studio non sia presente alcuna nota relativa ai metodi di studio utilizzati.
Dopo la levata di scudi del M5s, arriva anche la replica degli studiosi: “Ci scusiamo innanzitutto per alcune sviste nella tabella allegata al testo, dovute alla fretta. Precisiamo tuttavia – scrivono Bracalente, Forcina e Faloci – che esse non riguardano in alcun modo le stime delle percentuali di elettori del primo turno delle diverse liste che al ballottaggio hanno votato per l’uno o l’altro candidato o che si sono astenuti, stime riportate correttamente nella tabella e nel relativo commento”. Bracalente, Forcina e Faloci proseguono poi rispondendo punto per punto le critiche mosse, precisando che prima di tutto “lo studio è stato condotto con una metodologia che è il meglio di quanto disponibile al livello internazionale nel settore e sperimenta in oltre venti anni di analisi dei flussi relativi a elezioni in Umbria e in alcune altre città italiane. Inoltre – proseguono – le stime dei flussi, come tutte le stime statistiche, contengono un margine di errore che però, nel caso in esame, non è tale da invalidare le nostre valutazioni, comprese quelle riguardanti il comportamento al ballottaggio degli elettori che hanno votato Movimento 5 Stelle al primo turno”. A questo punto gli autori dell’analisi confermano i dati numerici riportati relativamente ai votanti del Movimento, ricordando che tra gli elettori di ogni formazione politica non ci sono solo militanti ma molti elettori occasionali, che spesso hanno un comportamento elettorale volatile, confermando che “circa un quarto dei 1.360 elettori del M5s (un po’ più di 300) in base alle nostre stime avrebbero scelto il candidato del centrodestra Zuccarini e che circa un terzo degli stessi elettori (più di 400) si sarebbero astenuti dal voto (o votato scheda bianca o nulla). Sottolineiamo infine – concludono – che dalle stime si possono trarre indicazioni di tendenza e non indicazioni numeriche precise. Tali indicazioni di tendenza possono essere sempre verificate con altri metodi altrettanto validi dal punto di vista scientifico”.

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