Il dibattito che ha animato stampa e politica negli ultimi mesi riguardo l’impatto degli impianti eolici sulla montagna folignate e non solo, ha spinto l’associazione Amici della terra onlus a chiedere chiarimenti su un vecchio impianto con due turbine eoliche realizzato nella frazione montana di Annifo. Entrambe risultano ferme da anni e una con le tre le pale del rotatore abbandonate a terra. “Il caso di Annifo – spiega la presidente dell’associazione Monica Tommasi – è emblematico di tale mal costume e richiede una tempestiva soluzione alla luce anche del dibattito su scala europea che riguarda il temuto inquinamento con sostanze contenenti PFAS che sono sicuramente presenti nelle tecnologie relative a impianti che utilizzano turbine eoliche e pannelli fotovoltaici”.
L’associazione si è quindi rivolta alle autorità competenti, indirizzando un’e-mail a vari enti tra cui il Comune di Foligno, nella quale si segnala “la situazione di degrado che riguarda due turbine eoliche a suo tempo realizzati nei pressi della frazione di Annifo nel comune di Foligno”. Al comunicato inoltrato agli enti locali, l’associazione Amici della terra ha anche allegato delle mappe ricavate da Google Earth grazie alle quali è possibile osservare la presenza di pale e loro frammenti caduti a terra dove “stazionano – proseguono dal sodalizio – verosimilmente da alcuni anni, se è vero che le pale della turbina a nord sono crollate subito dopo la realizzazione (2015), mentre l’altra posta a sud ha funzionato solo per pochi anni”.
Nello specifico, nel messaggio inviato anche all’attenzione del comune di Foligno, l’associazione chiede di accertare la presenza di eventuali sostanze inquinanti rilasciati dalle turbine e dai loro rottami, con particolare riferimento a sostanze contenenti PFAS e bisfenolo, richiamando al riguardo il dibattito in corso al livello europeo circa la richiesta di mettere al bando tali sostanze per la loro pericolosità sulla salute umana; ma anche di verificare i motivi dell’abbandono delle due turbine e della mancata esecuzione degli interventi di manutenzione; e di conoscere se sia prevista la loro rimozione e se siano stati valutati i poteri sostitutivi per attuarla e se esistono fidejussioni a garanzia del loro smaltimento; infine di rimuovere le turbine per il degrado in essere, anche in ragione dei pareri contrari a suo tempo rilasciati dalla competente soprintendenza per i beni culturali, usando ogni accorgimento per evitare la possibile dispersione di inquinanti nei terreni circostanti.