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Foligno, in 6 mesi 25 negozi chiusi in centro. Confcommercio all’attacco: “Comune assente”

L’associazione di categoria lamenta la mancanza di iniziative e di concertazione per il rilancio del cuore cittadino, proponendo detassazioni per le nuove attività e per quelle virtuose. Amoni: “Pronti ad azioni dimostrative”

Pubblicato il 29 Ottobre 2025 16:29 - Modificato il 29 Ottobre 2025 16:35

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“Questa mattina lanciamo un grido di dolore. Vogliamo capire, a un anno e mezzo di distanza dall’insediamento della nuova amministrazione cosa si vuole fare per il commercio”. A diramare l’appello, apostrofato come “accorato”, il presidente Confcommercio Foligno Aldo Amoni che, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina (mercoledì 29 novembre), ha lamentato l’inefficienza del Comune che non ha messo in atto la maggior parte delle azioni e delle proposte presentate dalla confederazione delle imprese e dai commercianti cittadini. Interventi che riguarderebbero principalmente le attività del centro storico che da tempo soffrono un’importante crisi. Basti pensare che dal primo gennaio al 30 giugno scorso si è assistito a 25 chiusure, come spiegato dai rappresentanti di Confcommercio, e in totale si contano 110 saracinesche abbassate, cioè il 37% dei negozi nelle vie principali del centro.

“Abbiamo fatto numerose riunioni con i vari assessori e anche insieme al sindaco – è intervenuto Aldo Amoni –. Abbiamo presentato il progetto dei distretti del commercio e ad aprile del 2024 l’iniziativa cities, per monitorare e analizzare i flussi nel centro storico, ma ad oggi siamo a zero”. Nel dettaglio, i distretti del commercio, come ha spiegato Tommaso Feliziani, responsabile dei distretti urbani del commercio per Confcommercio Umbria, sono dei progetti che nascono da un protocollo d’intesa “tra Comune e Confcommercio, nei quali vengono definiti obiettivi e visioni. Dei luoghi di concertazione per tutti gli stakeholders del territorio. Ma se non c’è la firma del protocollo, il distretto non può nascere e non può partecipare ai bandi regionali specifici per finanziare le attività”.

“Appena la nuova amministrazione si è insediata – ha spiegato poi Amoni – le associazioni di categoria più rappresentative hanno consegnato un documento, un decreto di coesione contenente tutte le iniziative necessarie al nostro settore, per cui doveva esserci concertazione, che ad oggi non c’è. Vorremmo essere messi al corrente della situazione e delle varie proposte. La cabina di regia che chiedo dal 2009 – ha proseguito –, anche se tutti i sindaci in campagna elettorale la approvano, non c’è e non ci sarà perché il sindaco ci ha detto che non si può fare. Al posto della cabina è stata proposta la consulta di economia, che però non è ancora stata fatta”.

Un appello a seguito del quale sono state elencate le varie proposte portate sul tavolo dell’amministrazione nel corso del tempo. Tra le più urgenti la predisposizione di un regolamento per il decoro urbano, il rilancio e la valorizzazione delle botteghe storiche, la promozione del patrimonio immateriale (tradizioni, cultura, eventi tipici), presidio e regolamentazione delle tipologie commerciali per garantire un’offerta coerente e qualificata. “Questo significa che una volta manifestata la volontà di aprire in centro storico – spiega Amoni – si controlla se l’attività disturba il decoro urbano, la circolazione e non solo. È uno strumento per comprendere quali attività commerciali possono essere aperte e dove”.

“Sarebbe inoltre importante – ha puntualizzato poi il presidente di Confcommercio – aiutare le nuove aperture commerciali nel centro storico. Sia per i locali comunali che quelli privati si dovrebbe realizzare un progetto di due, tre anni, per far pagare di meno l’affitto o l’Imu. Per quanto riguarda questa azione abbiamo chiesto 500mila euro in tre anni destinati al rilancio, da reperire sull’avanzo di bilancio che ho visto essere di 4 milioni. In soccorso dei commercianti potrebbe venire anche la riduzione della Tari per le nuove attività e quelle esistenti che investono in miglioramenti”. Priorità urgente avanzata dalla Confcommercio anche l’impegno attivo nella promozione culturale e sostenibile della città rafforzando l’identità di Foligno come centro civico di riferimento e polo culturale e turistico territoriale.

Tra le varie richieste presentate anche un “calendario degli eventi e dei mercati per comprendere se c’è la possibilità di realizzare qualcosa insieme. Gli albergatori, ad esempio, non sanno mai niente. Abbiamo chiesto anche la filodiffusione in centro storico. In passato c’era, ma l’abbiamo sempre sostenuta noi – incalza Amoni –, ci vuole la buona volontà dell’assessore al commercio che è un po’ assente. Importante sarebbe inoltre un piano di pulizia della città, i commercianti hanno i sacchi trasparenti e se non vengono tolti la mattina presto rimangono per le vie del centro fino alle 11. Si potrebbe inoltre creare un punto di pronto soccorso in centro storico per i codici verdi per incentivare le persone a venire ad abitare tra le mura della città”.

Ad essere stato toccato nel corso della conferenza anche il tema della sicurezza. “C’è qualche turbolenza – ha sottolineato il presidente – ma se viene messo in atto qualcosa di specifico con le forze dell’ordine, possiamo impegnarci per impedire questi episodi e dimostrare che la sicurezza c’è. Se le vetrine sono accese, i commercianti ci sono, e se le serrande non sono chiuse, c’è anche un servizio di illuminazione e pulizia”.

“Nonostante tutto quello che abbiamo detto – ha concluso – faremo anche il Natale. Lo facciamo per i commercianti, con la pista del ghiaccio e le installazioni luminose. È da tempo che aspettiamo una risposta, ma ci diamo come termine il periodo che precede il Natale e, se non arriva, metteremo in atto anche qualche azione sindacale dimostrativa, anche perché al Comune la firma del distretto non costa nulla”.

A parlare dei problemi del centro storico anche la commerciante Monica Albanesi: “A nostro avviso se la città rimane pulita, rimane sicura. Non mi riferisco tanto alla sicurezza in sé ma alla percezione della gente che si reca in centro. Se la città è sporca, obiettivamente puzza e durante il fine settimana vengono lasciati sacchi in giro, non viene data l’idea di una Foligno curata. Basterebbero piccole accortezze e progetti che potrebbero essere benissimo portati avanti. A noi commercianti serve soprattutto questo, che la gente, cioè, ritrovi il piacere di passeggiare. È inutile che facciamo offerte, saldi e promozioni se poi questo viene trovato ovunque. Dobbiamo dare il segnale di una città viva e vivibile a piedi, dobbiamo tornare ad essere belli”.

“Le domeniche di apertura – ha poi detto Albanesi – se pubblicizzate nel modo giusto portano clienti. Ma se il Comune ci desse una mano sponsorizzando sul proprio profilo o comunque non solo con il led luminosi, sicuramente il messaggio arriverebbe molto più lontano. ‘Foligno in fiore’, è una bella iniziativa ma non è contestualizzata, non è all’interno di un progetto, ci vuole più pubblicità. Se non si capisce che la comunicazione è fondamentale l’evento in sé per sé viene vanificato”.

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