La “tomba del Carro” (leggi qui la notizia) è sicuramente una delle scoperte più sensazionali degli scavi nel territorio di Colfiorito. Ma di reperti venuti alla luce negli ultimi anni in quella zona ce ne sono a bizzeffe. Pane per i denti dei tanti ricercatori ed archeologi che hanno lavorato per anni e anni alla ricerca di ciò che la storia ci ha tramandato nel corso dei secoli. Le Soprintendenze di Umbria e Marche (ognuna per il suo territorio di competenza) sono riuscite a rinvenire preziosi oggetti in parte già visibili al Mac di Colfiorito (grazie anche al contributo del Lions club di Foligno), ed altri invece ancora custoditi all’interno di alcuni magazzini e in attesa di restauro. Un lavoro meticoloso portato a compimento, per quanto riguarda il versante umbro, anche grazie al lavoro della Cooperativa Archeologia di Firenze. La direzione scientifica per la Soprintendenza è stata del funzionario, ora in pensione, Laura Manca. Per la Cooperativa Archeologia, la direzione degli scavi è stata affidata a Giorgio Franco Pocobelli, che ha lavorato in sinergia con collaboratori del posto. Ma oltre alle sei ruote della “tomba del Carro”, cos’altro è stato trovato nell’Altipiano? CASETTE DI CUPIGLIOLO – All’altezza di Casette di Cupigliolo è emerso un Tempietto di età imperiale insieme ad una strada glareata, ovvero con il piano di calpestio formato da ciottoli. Oltre a ciò, sono emerse anche le fondazioni di una piccola struttura rustica ed una tomba preistorica. PALUDE – Nei pressi della palude di Colfiorito, è emersa una villa rustica con circa una ventina di stanze, che va dal III secolo a.C. fino al VI secolo d.C. Importante e significativa anche la sua estensione. LA NECROPOLI – Ma i reperti più interessanti sono sicuramente quelli vicini allo svincolo di Colfiorito della nuova Ss77, venuti alla luce durante varie campagne di scavo dal 2011 al 2014. Lì sorgeva infatti una necropoli del VI secolo a.C., con 75 tombe che conservavano moltissimo materiale. Alcuni reperti (fibule, bracciali etc..) sono già stati restaurati ed esposti, come detto, al Mac. Nella necropoli, i rinvenimenti nelle tombe del Carro e della Principessa la fanno da padrone. Ma l’intera necropoli ha regalato agli archeologi le maggiori soddisfazioni nell’area di scavo del versante umbro. LA TOMBA DELLA PRINCIPESSA – La tomba numero 52, detta anche della Principessa, è stata trovata in “mediocre stato di conservazione”. Così si evince dalle schede contenute nell’archivio della Soprintendenza. Il corpo conservato è quello di una donna adulta, con un corredo composto da diversi oggetti in buono stato di conservazione, tra cui vasi, un’olletta, kantharos di bronzo, catenelle e fibule di bronzo. Ma l’elenco è davvero lunghissimo. “Alcuni resti ossei di un infante – si legge nella scheda – lasciano intendere che si tratti di una deposizione bisoma”. LA TOMBA DEL CARRO – L’eccezionale scoperta delle sei ruote di carro (due probabilmente attestabili ad una biga), l’ha fatta da padrona nella tomba numero 47, ovvero quella del Carro. Quattro gli scheletri (forse un uomo e tre donne, tutti adulti), il cui stato di conservazione complessivo è risultato discreto. Il corredo funerario del guerriero è composto da armi e ruote del carro a stretto contatto con lo scheletro maschile, insieme ad alcune ceramiche. Elementi in ferro e distintivi delle armi: una punta di lancia, un fodero di pugnale, un’asta ed un coltello. Oltre a ciò, anche altri elementi del corredo funerario degli scheletri. La “tomba del Carro” è l’unica tomba della zona dove sono state trovate delle ruote, a testimonianza dell’importanza della famiglia li sepolta. Normalmente, infatti, sono principi coloro che portano nella tomba il carro come segno di aristocrazia.