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Spoleto, il nuovo Centro trasfusionale è realtà

Pubblicato il 11 Ottobre 2016 10:29 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:06

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L’attesa è stata lunga. Ma da ieri mattina il nuovo Centro trasfusionale dell’ospedale di Spoleto, è una realtà. “I lavori sono stati pensati diversi anni fa, ma appena partiti sono stati fatti in tempi celeri – sono state le parole del direttore della Usl2, Imolo Fiaschini che ha presenziato al taglio del nastro – è un percorso ben pensato e nel rispetto degli standard della sicurezza e del comfort”. Tutt’altra cosa rispetto a prima. Ovvero fino solo a sabato scorso, quando chi lì dentro lavora, a fine giornata, si è messa all’opera per poter consentire al centro di diventare funzionale già da ieri. E così è stato. Ora invece di quei spazi angusti in cui i donatori andavano lì a compiere uno dei gesti più nobili per il bene altrui, gli utenti possono contare su una sala d’attesa con una zona appositamente allestita per chi avrà l’onere di compilare il questionario nel pieno rispetto della privacy, e anche un televisore. Poi, entrando nell’area successiva, ci sono le stanze dedicate ai vari step che richiede il prelievo. Ovvero, quella per l’anamnesi, per i salassi e, dulcis in fundo, per il ristoro. Con l’uscita allestita dalla parte opposta rispetto alla sala d’attesa, così da non “ingolfare” gli spazi tra chi sta per iniziare il percorso e chi invece l’ha finito. Un evento speciale a cui non è voluto mancare nessuno. Al taglio del nastro, infatti, c’era un “parterre” delle grandi occasioni. A presenziare, tra gli altri, c’erano tra le massime cariche della sanità che fa capo alla Usl 2, il direttore generale Imolo Fiaschini, e quello del nosocomio spoletino, Luca Sapori, con a fianco, naturalmente tutto il personale medico e infermieristico che lì lavorerà sotto la direzione della dottoressa Marta Micheli, il sindaco Fabrizio Cardarelli, ma anche molte delle associazioni cittadine, istituzioni, le più alte cariche di Polizia, Carabinieri e Guardia di Finanza, e naturalmente chi di donatori di sangue ne è il primo garante, l’Avis di Spoleto con il suo presidente Sergio Grifoni. “Noi siamo clienti e fruitori – ha esordito Grifoni – ci daremo da fare per compensare lo sforzo che è stato fatto per regalare ai nostri donatori uno spazio più adeguato rispetto a prima”. Un’opera che ha avuto un costo di poco superiore a 250 mila euro. “Voglio cogliere il segno di investimento in questa struttura in senso più generale – ha detto il sindaco Cardarelli – e dobbiamo essere intelligenti a capire l’importanza che riveste l’integrazione tra i due nosocomi”. E il riferimento non è stato puramente casuale quello del primo cittadino di Spoleto. Già, perché ormai da tempo la parola d’ordine che vige all’interno della sanità spoletina-folignate è “integrazione”, ed è quella tra due i nosocomi di riferimento. E sulla possibile, e auspicabile, integrazione dei ruoli tra i due nosocomi stanno lavorando i tre saggi di Spoleto e gli altrettanti di Foligno. “Il lavoro sta andando avanti – ha detto Fiaschini – ciò che verrà prodotto poi lo vedremo per ragionarci insieme”. Ma ci sono anche le criticità da risolvere nell’immediato al San Matteo degli Infermi. “E’ possibile l’uscita di una prossima dottoressa a Spoleto, ma i problemi nella sezione cardiologica è un problema di tutta l’azienda – ha spiegato Fiaschini – ma nel giro di poco tempo risolveremo dappertutto. Siamo riusciti a fare un altro avviso e si è formata una graduatoria di 12 persone. A noi adesso ce ne servono 4, due a Spoleto e due a Orvieto”. Ma in arrivo, a quanto pare, c’è anche un nuovo anestesista (oltre alla dottoressa arrivata poco tempo fa). E Fiaschini assicura che arriverà tra meno di un mese. E poi, a quel punto, il parto analgesia dovrebbe essere cosa fatta.

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