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A piedi da Spoleto ad Assisi: in 15 sulle orme di San Francesco

Pubblicato il 1 Settembre 2020 16:36 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:23

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Un percorso lungo 70 chilometri attraverso la Valle Umbra sulle orme di San Francesco. È quello intrapreso negli scorsi giorni da un gruppo di pellegrini di Teramo. Ad accompagnarli la Guida ambientale escursionista, Stefano Rotondi, milanese di nascita ma folignate di adozione.

Un cammino dettato da quella che è la filosofia francescana: andare per i borghi a conoscere ed incontrare la gente e lo stare a contatto con la natura. Seguendo quindi, in tutto e per tutto, il Poverello di Assisi. Ed è stata proprio la “città serafica” la meta finale. Partito da Spoleto, il gruppo ha raggiunto a piedi Assisi, attraversando Trevi, Foligno e Spello. Arrivato alle porte della città della Quintana, il gruppo – composto da una quindicina di persone – ha camminato per Sant’Eraclio e percorrendo viale Roma è arrivato in piazza della Repubblica, lì dove – come ricorda la tradizione – Francesco vendette le preziose stoffe del padre e il cavallo per ottenere i soldi con cui ricostruire la chiesa di San Damiano.

“È la seconda volta che accompagno un gruppo lungo questo cammino: la prima volta un paio di anni fa – racconta Rotondi -. Ed ho già in programma un nuovo appuntamento nel periodo dell’Immacolata”. E sono tante, a questo proposito, le richieste arrivate all’indirizzo di Stefano Rotondi che, parlando di questa esperienza, ha posto l’accento sul desiderio che molti hanno di un diverso modo di fare turismo. “C’è la voglia di conoscere la nostra terra – sottolinea – e di farlo a piedi”.

Una scelta ecologica per Rotondi, che sottolinea anche le ricadute economiche che questa modalità di viaggiare comporta, a partire dalle strutture ricettive utilizzate per il pernottamento. Una modalità di fare turismo, però, che richiede anche maggiore attenzione da parte del territorio nei confronti dei pellegrini: sia per quanto riguarda l’ospitalità, con convenzioni ad hoc ad esempio, sia per quanto riguarda la manutenzione dei sentieri e della segnaletica. Proprio come avviene nel Cammino di Santiago di Compostela. “Lì – conclude Rotondi – è stata fatta una scelta politica, con un approccio interattivo. Sarebbe un modo ecologico e sostenibile di fare turismo, che genera un’economia dal basso”. 

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