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Poco autocontrollo e chiusura, preoccupano i postumi del lockdown nei più piccoli

Pubblicato il 11 Agosto 2020 17:05 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:28

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Scuole chiuse e sistema famiglia messo a dura prova. Tra i risvolti negativi del lockdown ci sono sicuramente quelli che hanno interessato e stanno interessando ancora oggi i più piccoli. Dalla mancanza di autocontrollo alla chiusura, anche nel folignate gli esperti stanno facendo i conti con l’aumento di casi legati alla difficoltà di apprendimento, dislessia e disturbi motori, del comportamento e del linguaggio. A farne le spese, come detto, i bambini. Ma anche gli adulti e quindi i loro genitori, trovandosi in una situazione d’emergenza mai vista prima, sono divenuti ancor più vulnerabili. La fotografia di quanto sta avvenendo è scattata dal dottor Moreno Marazzi, psicologo e psicoterapeuta del centro Dedi-Care di Foligno, esperto in neuropsicologia dello sviluppo e psicopatologia dell’apprendimento. “Quello che notiamo già da prima del lockdown – spiega il dottor Marazzi – è l’aumento dei disturbi dell’attenzione nei bambini. Ultimamente però, i casi sono in crescita. Con le scuole chiuse, le famiglie si sono dovute fare totalmente carico delle difficoltà comportamentali”. Famiglie che molto spesso non sono pronte ad assolvere un ruolo così importante, visto che di solito l’impegno viene diviso, oltre che con il mondo dell’istruzione, anche con associazioni sportive, parrocchie e via dicendo. A ciò va aggiunto che, nel lockdown, gli adulti erano già carichi di stress legato a pensieri lavorativi e alla permanenza obbligata all’interno delle proprie abitazioni. Condivisioni “forzate” che hanno mandato in tilt il “sistema famiglia”, facendo esplodere condizioni prima sottotraccia. Senza dimenticare il ruolo dei nonni, che spesso nelle famiglie svolgono un’importante partita. “In Italia i nonni sono un’istituzione educativa molto importante sotto vari punti di vista – spiega il dottor Marazzi -, anche sotto il profilo economico”. Ora però si guarda alla ripresa del prossimo anno scolastico, che non sarà comunque facile. “In vista del ritorno a scuola, c’è da tenere sotto osservazione la gestione dell’ansia – precisa lo psicologo – sia da parte di adulti e bambini. Il lockdown ha portato ad un accumulo di tensione che a volte si rilascia con il tempo. Nei prossimi mesi ci aspettano delle partite importanti nel reinserimento nelle relazioni e anche nella gestione delle ripercussioni emotive del periodo di blocco”. Osservato speciale sarà proprio il ritorno a scuola, visto che oltre ad imparare a leggere e scrivere, questo istituto educativo è fondamentale soprattutto rispetto alle relazioni. Da parte degli esperti c’è la massima attenzione nel capire come riprenderanno le attività: “Gli aspetti comportamentali sono quelli che ci preoccupano di più – spiega il dottor Moreno Marazzi -. Nei bambini ritrovo più che altro difficoltà di autocontrollo, mentre negli adolescenti il rischio è dover tirar fuori fenomeni di chiusura che il periodo di blocco ha incrementato. Durante il periodo della didattica a distanza inoltre – prosegue lo psicologo – le insegnanti hanno notato che in media in ogni classe non hanno svolto le attività due o tre bambini. Tra i motivi, difficoltà nell’accedere ai mezzi tecnologici o problematiche all’interno della loro famiglia. E’ per questo motivo che speriamo di vedere, in futuro, piattaforme uniche per le lezioni a distanza, come avviene in Francia, per facilitare il compito di tutti”. Poi, qualche consiglio in vista della ripresa dell’anno scolastico e di quella che, si spera, tornerà ad essere la quotidianità di sempre: “Tutti abbiamo necessità di allentare la tensione, il che non vuol dire alleggerire i sistemi di allerta e sicurezza. E’ stato un periodo molto pesante a livello emotivo – afferma l’esperto -. C’è bisogno di riscoprire un’alleanza scuola-famiglia e non buttare le cose che abbiamo imparato dalla didattica a distanza”.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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