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Spello, un’operazione da 250mila euro riporta in vita la porta di Borgo San Sisto

Pubblicato il 23 Ottobre 2018 15:06 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:33

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“È un momento tanto atteso dai cittadini, che circa 15 anni fa furono anche i promotori di una petizione molto partecipata”. Commenta così il sindaco di Spello, Moreno Landrini, l’ormai imminente inaugurazione della porta di Borgo San Sisto che torna ufficialmente alla città. La cerimonia si terrà sabato 27 ottobre, alle 16, quando l’antica porta risalente all’epoca romana verrà riconsegnata agli spellani, che potranno così riappropriarsi di un altro importante bene culturale.

A permettere il recupero della porta, che fa parte dell’impianto originale della cinta augustea di Spello, è stato un intervento da 250mila euro finanziato per l’80 per cento dalla Regione Umbria tramite il Pos Fesr 2007-2013, Asse II, Attività B2 e per la parte restante dal Comune di Spello. Un’operazione che ha permesso il recupero e l’effettivo uso pubblico di elementi storici di notevole valore come le mura di età romana con porzioni e inserimenti di epoca medievale. Nel dettaglio, i lavori hanno consentito la riapertura della stessa porta, e la costituzione di un collegamento tra via Sant’Anna e i vicoli di Via Borgo San Sisto, riattivando anche l’ingresso dell’ormai perduta chiesa di San Sisto.

La cerimonia inaugurale inizierà con i saluti istituzionali del sindaco Moreno Landrini e dell’assessore alla cultura della Regione Umbria, Fernanda Cecchini. Presente anche la soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio dell’Umbria, Marica Mercalli. All’intervento delle istituzioni farà seguito una visita guidata al sito archeologico. Parteciperanno anche l’Associazione Hispellvm e la Legio XXII PPF.

“La riapertura della porta – ha dichiarato il primo cittadino – è la testimonianza di come tra gli obiettivi prioritari di questa amministrazione ci siano la conservazione e la valorizzazione del patrimonio storico e culturale della città non solo in un’ottica presente ma anche futura”.

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