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Comparto agricolo in sofferenza: Coldiretti chiede lo stato di calamità naturale

Pubblicato il 12 Luglio 2023 14:18

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Prima è scattata l’allerta per i vigneti, poi quella per i campi di cereali, ora si aggiunge anche quella per gli uliveti. Insomma, l’agricoltura umbra è in forte sofferenza e la Coldiretti chiede che vengano prese misure ad hoc. A cominciare dal riconoscimento dello stato di calamità naturale, ma prendendo anche in considerazione altre tipologie di provvedimenti urgenti e straordinari, affrontando la situazione anche attraverso appositi tavoli di crisi. Richieste che l’organizzazione degli imprenditori agricoli dell’Umbria, guidata dal presidente Albano Agabiti, ha messo nero su bianco in una lettera inviata alla presidente della Regione, Donatella Tesei, e all’assessore alle Politiche agricole, Roberto Morroni.

Al centro dell’attenzione la questione climatica, che quest’anno è stata caratterizzata da una forte siccità, alla quale si sono aggiunte importanti e ripetute piogge che – spiegano dalla Coldiretti Umbria – “stanno mettendo in ginocchio le aziende”, che stanno segnalando i danni subiti. “Nel mondo cerealicolo – spiega Agabiti – le prime stime parlano, a seconda dei territori, di perdite produttive di oltre il 30% per il grano ma con punte che arrivano al 50%”. Ad aggravare la situazione sarebbero, però, anche i “prezzi riconosciuti agli agricoltori, in picchiata rispetto allo scorso anno”.

Ma, come detto, le criticità coinvolgono, a vario titolo, diversi settori. “Serve velocità e semplificazione nelle scelte da adottare – ribadisce su questo fronte Albano Agabiti -, cogliendo l’occasione anche per un reale snellimento delle procedure burocratiche, visti pure gli aumenti dei costi produttivi che gli agricoltori scontano da tempo”. “Per il comparto vitivinicolo – commenta Dominga Cotarella, presidente Coldiretti Terni – si tratta di una crisi ben più pesante rispetto alle ultime già difficili annate, con i danni causati dalla peronospera che possono arrivare a colpire la produzione regionale fin oltre il 50%, anche se la qualità rimarrà comunque elevata”. Non dissimile l’analisi di Giulio Mannelli, presidente di Aprol Umbria. “Pure per l’olivicoltura la situazione è fortemente critica – dice -, considerando che il clima di una primavera estrema e di questa difficile estate minaccia l’intera produzione regionale, con conseguenze gravi sulle piante e sui frutti che potrebbero portare a raccogliere oltre il 50% di olive in meno rispetto ad un’annata standard”.

L’imperativo, dunque, è agire. “Occorre – concludono da Coldiretti – supportare in ogni modo un settore centrale per l’intera economia regionale, che dopo aver serrato i ranghi nella fase pandemica e a seguito della guerra in Ucraina, rischia di essere compromesso definitivamente da una stagione drammatica a livello produttivo, che deve far riflettere ancor di più sul lavoro e sulle scelte da portare avanti nelle prossime campagne”.

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