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Analisi del voto, De Luca (M5s) ribatte: “Reiterata strumentalizzazione politica”

L’esponente pentastellato replica a Bracalente, Forcina e Faloci sull’indagine condotta sui flussi elettorali alle Amministrative di Foligno e chiede che “lo studio sia messo a disposizione nella sua interezza"

Pubblicato il 2 Luglio 2024 17:06 - Modificato il 3 Luglio 2024 15:18

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A Foligno continua il botta e risposta sull’analisi del voto effettuata, all’indomani del ballottaggio per le Amministrative dall’Università di Perugia e dalla Regione, dalla quale emergeva come 300 elettori del Movimento 5 Stelle avrebbero votato per Stefano Zuccarini e non per Mauro Masciotti e quindi per la coalizione progressista composta, tra gli altri, proprio dai pentastellati. Dopo le precisazioni del team composto da Bruno Bracalente, Antonio Forcina e Nicola Faloci sulla presenza, all’interno dello studio, di “sviste” che non mettono però in discussione le valutazioni a cui ha condotto l’analisi, a tornare sulla vicenda è nuovamente il coordinatore regionale dei 5 Stelle.

Per Thomas De Luca che pur dice di apprezzare “l’ammissione dei marchiani errori riscontrati nelle tabelle” si è davanti ad una “reiterata strumentalizzazione politica” dal momento che ribadisce come “un terzo degli elettori del M5s si è astenuto” e che addirittura “un quarto ha votato Zuccarini”. Tra le critiche mosse dal pentastellato il fatto che venga “per l’ennesima volta omesso il metodo di analisi, il tipo e il numero di variabili” utilizzati per stimare i flussi, ma anche la mancanza di riferimenti al margine di errore e “se siano state individuate correlazioni particolari tra astensione ai seggi e voto al M5s, se questo metodo è supportato da sondaggi post voto oppure si basa, come quasi in tutti i modelli in questione, sul raffronto con uno storico”.

Raffronto che per De Luca non ha senso di esistere perché, dichiara, “il M5s si è presentato per la prima volta in coalizione alle elezioni amministrative a Foligno. Probabilmente – prosegue – l’errore potrebbe essere proprio questo, utilizzando un confronto totalmente improprio e anacronistico con il 2019. All’epoca – ricorda il coordinatore regionale – il M5s correva da solo alle elezioni, era (ahimè) al governo nazionale con la Lega e non aveva ancora subito le profonde trasformazioni, anche in seno al suo elettorato, che sono avvenute negli anni successivi. Su tutte l’adesione scolpita nel nuovo statuto al campo progressista”.

Thomas De Luca parla, inoltre, di “sconosciuto modello internazionale”, riferendosi al metodo di analisi utilizzato e rispetto al quale si dice ancora in attesa di spiegazione, chiedendo che “lo studio sia messo a disposizione nella sua interezza”. “La comunità politica del Movimento 5 Stelle in Umbria pretende rispetto – conclude quindi l’esponente pentastellato – e non intende in alcun modo subire passivamente questo anomalo accanimento fatto su accuse infondate”.

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