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Foligno, passa la proposta di FdI sul taser alla polizia locale

Al vaglio del consiglio comunale, la mozione è stata votata dalla sola maggioranza mentre si sono dichiarati contrari i gruppi di opposizione. La comandante Daidone: “Arma utile come deterrente e strumento di difesa”

Pubblicato il 29 Maggio 2025 19:00 - Modificato il 30 Maggio 2025 16:11

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Consiglio comunale favorevole all’uso del taser da parte della polizia locale di Foligno. O almeno la maggioranza, che compatta ha votato sì alla proposta avanzata dal gruppo di Fratelli d’Italia nell’ultima seduta della massima assise cittadina. Altrettanto compatta la minoranza che, però, ha opposto un fermo no. La mozione, dunque, è sì passata, ma con i soli voti del centrodestra, al termine peraltro di un lungo e acceso dibattito tra i due schieramenti.

Ad illustrare la pratica è stato il consigliere meloniano Leonardo Pacini che, richiamandosi alle normative nazionali che “permettono a qualsiasi Comune, al di là e a prescindere dalla popolazione che ha, di dotarsi di tale strumento assolutamente indispensabile per la tutela dell’ordine ma soprattutto della sicurezza sia dei cittadini sia degli appartenenti alle forze dell’ordine”, ha sottolineato come la questione si inserisse “anche nell’indirizzo che questo governo cittadino ha intrapreso fin dall’inizio a tutela appunto dell’incolumità dei cittadini e della sicurezza”. “Questo dispositivo – ha quindi dichiarato -, dopo una lunga sperimentazione, si è dimostrato efficace nelle situazioni di pericolo imminente e nel disinnesto di numerose minacce, come risultato dall’esperienza anche di molti Paesi avanzati, tra cui gli Stati Uniti, il Regno Unito, la Francia e la Svizzera, dimostrandosi al contempo uno strumento di difesa meno pericoloso dell’arma da fuoco”.

Dichiarazioni in linea con quanto dichiarato, poco dopo, dalla comandante della polizia locale cittadina. Spiegando come il taser serva “solo ad inibire le funzioni motorie”, Simonetta Daidone ha aggiunto come si tratti di un’arma da utilizzare “per fronteggiare una minaccia o una condotta violenta rivolta all’operatore di polizia o verso terzi secondo il criterio di adeguatezza e proporzionalità per facilitare il controllo fisico di un soggetto”. Ma non solo. Secondo quanto reso noto dalla comandante, “verrebbe dato in dotazione, in via sperimentale per sei mesi, a due agenti di polizia che ricoprono la qualifica di agenti di pubblica sicurezza, dopo un adeguato e attento corso di formazione fatto da istruttori di tiro e di tecniche operative. È prevista anche la formazione da parte di un medico – ha quindi aggiunto – per descrivere in quali circostanze possono essere o meno utilizzati questi strumenti”. Entrando, poi, nel dettaglio dell’utilizzo, Simonetta Daidone ha anche spiegato come possa essere utilizzato solo “ad una certa distanza”, come il soggetto venga colpito nella “parte posteriore del corpo” e come sia prevista anche la stipula di “un protocollo d’intesa con l’Usl per far sì che il personale del 118 intervenga immediatamente”. “Credo – ha quindi detto in conclusione del suo intervento – che sia un’arma veramente utile al corpo della polizia locale, com’è utile alle altre forze di polizia, sia come deterrente che come strumento di difesa”.

Argomentazioni che, però, non hanno convinto la minoranza, tutt’altro. “L’avete descritta come un’arma non letale – ha dichiarato Maria Frigeri di Patto x Foligno -, in realtà abbiamo visto che non è sempre così. Ha dei possibili fattori di rischio sulla salute, in particolare su soggetti cardiopatici o che fanno uso di sostanze e di alcol. Nel 2007 – ha aggiunto – l’Onu l’ha dichiarato strumento di tortura, così come Amnesty International”. Una proposta alternativa è, invece, arrivata dal “dem” Tommaso Feliziani. “Il Comune di Perugia ha introdotto il bolawrap, dei lacci che immobilizzano il soggetto che sta commettendo il reato o che sta opponendo resistenza a un pubblico ufficiale – ha commentato -: invito il Comune di Foligno a procedere con una sperimentazione di questo tipo”. Per il capogruppo della Lega, Marco De Felicis, però, l’opposizione della minoranza sarebbe da ascriversi “ad una certa cultura politica”. “Non ho capito bene il perché – ha dichiarato – alcune realtà in cui ha vinto il centrosinistra stiano togliendo il taser”. Netta la replica di Rita Barbetti, capogruppo del Pd: “La politica non c’entra. È una questione di sensibilità e di rispetto per la vita altrui”.

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