Non bisogna essere esperti agronomi o avere particolari conoscenze in agricoltura per capire che anche quest’anno il meteo in Umbria ha inciso e inciderà non poco sul raccolto e le coltivazioni. L’estate pazza che ha visto abbondanti piogge e poco sole nonché temperature decisamente al di sotto della media, creerà non pochi problemi a tutte quelle aziende che tra pochi giorni si appresteranno ad avviare la vendemmia 2014. Una vendemmia all’insegna di uno scarso anzi, scarsissimo raccolto. Gravi disagi dunque per gli agricoltori, con ripercussioni economiche importanti. La richiesta di manodopera quest’anno è in netto calo, con molti lavoratori stagionali al palo. E già questo è un primo dato. Ma il vero problema rimane quello del raccolto. Viti malate che hanno portato ad una quantità d’uva minima ed una produzione che si prospetta davvero bassa. E’ ancora presto per avere delle stime ben precise, ma le difficoltà ci saranno. “La malattia delle viti determina la quantità dell’uva. Questo crea difficoltà maggiori per la vendemmia” spiega Marco Caprai, presidente di Confagricoltura Umbria. Con un clima sempre più pazzo, gli agricoltori sono pronti a tutelarsi. Da quest’anno è partito un progetto, ancora in forma limitata, riguardante l’agrometeorologia, ovvero la possibilità di far fronte preventivamente ai possibili danni causati da un clima non propriamente favorevole. Altra soluzione per il futuro sarà quella delle reti di impresa agricola, come spiega lo stesso Caprai:”questi problemi possono essere affrontati. Ad esempio a Montefalco abbiamo fatto un progetto della rete di agrometeorologia con un supporto informatico che permette agli agricoltori di avere delle informazioni su cui pianificare la lotta alle malattie – afferma Caprai – il prossimo anno le aziende che hanno aderito al progetto potranno avere un bolletino agrometeo generale ed in più un supporto con cui pianificare la lotta in maniera personale. Nel Job Act c’è poi una novità che parla di reti di impresa agricola con cui sarà possibile passarsi macchinari e personale attraverso una rete di agricoltori”.