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Polizia, quattro Comuni escono dal Corpo unico dell’Unione Terre dell’Olio e Sagrantino

Pubblicato il 2 Febbraio 2017 14:27 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:11

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Futuro incerto per il Corpo unico di polizia locale a cui fa riferimento l’Unione dei Comuni delle Terre dell’Olio e del Sagrantino. Degli otto enti locali che ne fanno parte, infatti, già in due hanno rinunciato a questo servizio che, a partire dal 2013, ha visto confluire in un unico organico il personale dei corpi di polizia municipale dei singoli borghi. Un accorpamento nato con l’obiettivo di far fronte ad esigenze comuni unendo le forze e superando le difficoltà economiche con cui sempre più spesso gli enti locali si trovano a dover fare i conti. Ma, a quanto pare, qualcosa non sembrerebbe essere andata nel verso giusto. Lo testimonia, in primis – come detto –, la volontà di alcune amministrazioni locali di abbandonare il Corpo unico di polizia locale. Lo ha già fatto Gualdo Cattaneo tirandosene fuori dal primo febbraio, è prossimo a farlo il Comune di Giano dell’Umbria che ne uscirà nel mese di marzo mentre le amministrazioni di Bevagna e Trevi ci stanno provando. Mentre, infatti, per i due Comuni guidati da Andrea Pensi e Marcello Bioli il provvedimento è stato abbastanza rapido ed indolore, con i due sindaci di Gualdo e Giano che già pensano ad una fusione tra le due amministrazioni comunali che interesserebbe anche la polizia municipale, per la città delle Gaite e per quella del sedano nero l’iter è un po’ più complesso. Già, perché i due Comuni – guidati rispettivamente da Annarita Falsacappa e Bernardino Sperandio – sono entrati a far parte del Corpo unico di polizia locale solo nel 2015 e, da carta, prima di tre anni non potrebbero lasciarlo. Entrambi gli enti locali però, attraverso i loro consigli comunali, hanno chiesto una deroga, deliberando il recesso dal Corpo unico di polizia locale. “Dopo oltre un anno e mezzo – ha detto a questo proposito il sindaco Sperandio – le condizioni richieste al momento dell’adesione non si sono verificate, pertanto – ha proseguito – al fine di garantire un adeguato servizio di sicurezza al territorio, Trevi è costretta ad uscire”. Tra le criticità riscontrate e segnalate la mancanza di personale, una logistica territoriale poco favorevole e inefficienze amministrative. L’ultima parola, però, sia per quanto riguarda Trevi che Bevagna spetterà comunque al consiglio dell’Unione dei Comuni. Fatti due conti, rimarrebbero dentro solo quattro Comuni, ossia Massa Martana, Campello sul Clitunno, Castel Ritaldi e Montefalco. Anche se, nella Ringhiera dell’Umbria sembra che il dibattito sia aperto. Resta poi da capire se e quali conseguenze potrebbe avere l’eventuale scioglimento del Corpo unico di polizia locale sulla stessa Unione dei Comuni, rappresentandone di fatto uno dei punti cardine.  

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