Mascherine e guanti da utilizzare quotidianamente e test sierologici per prescreening, misurazione delle temperatura corporea e nuove metodiche di lavoro che prevedono distanziamenti. Sono alcune delle misure a cui la Regione Umbria sta pensando in vista della cosiddetta “Fase 2”, attraverso la quale il Cuore verde d’Italia si prepara a ripartire dopo lo stop imposto dal Coronavirus. Misure tracciate a grandi linee nel corso della videoconferenza cha la presidente Donatella Tesei ha tenuto nella mattinata di venerdì 17 aprile alla presenza – tra gli altri – del prefetto Claudio Sgaraglia e del rettore dell’Università Maurizio Oliviero, e che saranno contenute, insieme ad altri provvedimenti, all’interno del protocollo che l’Ente di palazzo Donini sta predisponendo.
Frutto di un lavoro di confronto con le parti sociali e le associazioni datoriali, con l’Università ed il comitato tecnico-scientifico, le linee guida messe a punto verranno presentate in sede di Conferenza delle Regioni, “convinti – ha dichiarato la presidente Tesei – che l’Umbria, per le sue caratteristiche e il lavoro svolto, abbia un valore aggiunto per la ‘Fase 2’ che possa essere d’ausilio per l’intero Paese e che auspichiamo di condividere con il Governo”. L’obiettivo dichiarato dalla governatrice è quello di “giungere a una proposta seria e costruttiva per una riapertura graduale e condizionata delle attività produttive, in una ‘Fase 2’ – ha proseguito Donatella Tesei – che sarà ancora più complicata di quella dell’emergenza con la consapevolezza che potrà esporre a un potenziale aumento di contagi”.
Ecco perché l’aspetto sanitario continuerà ad essere centrale, a cominciare – come detto – dall’utilizzo quotidiano di mascherine e guanti, come ribadito dall’assessore alla salute, Luca Coletto. “Nella ripartenza – ha infatti commentato – ognuno di noi si dovrà abituare a indossare dispositivi di protezione individuale: questo ci permetterà di ripartire in sicurezza”. “La nostra proposta – ha concluso la presidente Tesei – vuole guardare avanti, con una visione prospettica, anche alle opportunità che si aprono per il sistema economico e produttivo in termini di innovazione e sviluppo di start up. In questo senso è di grande importanza la collaborazione con l’Università di Perugia. L’Umbria, con le sue peculiarità e con i buoni risultati della gestione dell’emergenza, si propone pertanto come laboratorio, a livello nazionale, nell’interlocuzione con il Governo”.