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Vus, la questione in Regione: “Chiarezza sui Comuni debitori”

Pubblicato il 14 Luglio 2020 11:12 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:34

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La questione legata ai Comuni umbri debitori nei confronti della Valle Umbra Servizi preoccupa e non poco i consiglieri regionali dei gruppi consiliari della minoranza. Pd, M5S, Patto civico e Gruppo misto hanno annunciato, a tal proposito, un’interrogazione alla giunta regionale per chiedere maggior chiarezza “anche alla luce – spiegano – di un possibile rischio per il sistema dei rifiuti regionale con la compressione dei flussi finanziari della società verso dei soci”.

Una chiarezza che, secondo i consiglieri, è necessaria affinché l’azienda possa restare pubblica senza rischiare di dover vendere quote ai privati. “Il gruppo Vus – ricordano – è una realtà umbra in salute e fortemente radicata nel Folignate, nello Spoletino e nella Valnerina, dove eroga i servizi pubblici operando nel settore idrico, energetico e ambientale, con la gestione della raccolta e smaltimento di rifiuti. E proprio il servizio dei rifiuti – hanno puntualizzato – è retribuito grazie alla Tari, riscossa dai Comuni e poi redistribuita all’azienda con una partita di giro”.

Un servizio, insomma, per cui i cittadini hanno versato le tasse e, proprio in quest’ottica, i consiglieri regionali di minoranza guardano con timore le notizie che si stanno diffondendo rispetto ai Comuni debitori. “La Tari viene riscossa – hanno spiegato i consiglieri di opposizione – ma utilizzata in altri capitoli di bilancio. In particolar modo – hanno proseguito – i Comuni che avrebbero utilizzato questa prassi disinvolta sarebbero Montefalco e Nocera Umbra, creando problemi debitori all’azienda”.

A tornare nuovamente sotto i riflettori, poi, anche l’azzeramento del vecchio Cda e la nomina di nuovi vertici chiesta dal sindaco di Foligno nel 2019 e sostenuta da altri sei primi cittadini del centrodestra. “La revoca del vecchio Cda – hanno commentato a questo proposito -, decisa dopo l’approvazione unanime del bilancio di Vus spa con circa 6 milioni di utile, di cui un terzo distribuito ai Comuni, qualora definita illegittima può avere conseguenze economiche innescando un’azione risarcitoria avanzata dagli amministratori revocati. Un grave danno – hanno quindi concluso – che la Regione deve evitare con una grande operazione verità, scongiurando rischi di privatizzazione o di difficoltà per il sistema regionale dei rifiuti”.

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