La firma arriverà nelle prossime ore, ma in Umbria la chiusura delle scuole medie verrà prolungata. A deciderlo è stata la presidente Donatella Tesei, pronta a prorogare l’ordinanza numero 69 relativa alla Didattica a distanza nelle scuole medie e superiori dell’Umbria. L’anticipazione nelle scorse ore in un’intervista a UmbriaTv. Una misura maggiormente restrittiva rispetto a quanto previsto dal Dpcm in merito alle “zone arancioni”, ma che palazzo Donini ha deciso di adottare anche in considerazione del numero dei contagi degli ultimi giorni, con un lieve calo dei positivi (tornati poi a crescere giovedì). L’attuale provvedimento scadrà sabato 14 novembre e, con il prolungamento, rimarrà in vigore almeno fino al 21 novembre.
I SINDACATI – La proroga della Dad nelle medie dell’Umbria non è stata accolta favorevolmente dai sindacati. Cgil, Cisl e Uil sottolineano come la decisione, presa “senza alcun confronto con le rappresentanze del personale scolastico”, “rischia di avere ripercussioni molto pesanti, non solo sui ragazzi, privati ancora una volta della didattica in presenza, ma anche sulle famiglie, vista la quasi totale mancanza di strumenti di copertura per lavoratrici e lavoratori che devono gestire i figli a casa”. Secondo Cgil, Cisl e Uil peraltro il provvedimento pone una serie di problemi mai affrontati, come quello del “digital divide” per le aree interne e soprattutto per quelle terremotate, dove la didattica a distanza risulta in molti casi difficile se non impossibile. Per i sindacati, altrettanto delicata è la situazione nella quale si trovano i ragazzi con bisogni educativi speciali, che hanno comunque bisogno della didattica in presenza, che sulla carta è comunque garantita, ma è lasciata all’organizzazione della singola scuola con evidenti difficoltà. Inoltre, i sindacati chiedono di rendere pubbliche le evidenze epidemiologiche specifiche (cioè come la chiusura totale delle scuole medie incida sull’andamento del contagio) che hanno condotto ad un provvedimento così pesante per ragazzi e famiglie. “Chiudere le scuole è certamente la risposta più facile, ma i danni prodotti in termini di mancata crescita dei nostri ragazzi li conosceremo solo in futuro” concludono i sindacati.