17.9 C
Foligno
martedì, Maggio 21, 2024
HomeCronacaLa pandemia ed il mistero del Natale, Sigismondi: “Passiamo alla cultura della...

La pandemia ed il mistero del Natale, Sigismondi: “Passiamo alla cultura della progettualità”

Pubblicato il 8 Dicembre 2020 11:22 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:02

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Al “San Carlo” un convegno sulle disposizioni anticipate di trattamento

Promosso dall’associazione Persefone, l’incontro è in calendario per venerdì 24 maggio. Tra i temi sul tavolo la legge 219/2017, ma anche il rapporto tra medico e paziente e il regolamento comunale. Tra i relatori anche il vescovo che illustrerà il pensiero della Chiesa

Lavori alla rete idrica, martedì senz’acqua in alcune vie di Foligno

La Vus annuncia possibili cali di pressione e interruzioni nell’erogazione del servizio in concomitanza con i lavori che stanno interessando via Oberdan nella fascia oraria tra le 8.30 e le 18

La crisi come momento di discernimento, occasione di conversione e creatività. A specificarlo è monsignor Gualtiero Sigismondi, vescovo di Orvieto-Todi e amministratore apostolico di Foligno. In questo anno così particolare, anche la catechesi d’Avvento di monsignor Sigismondi passa attraverso il web, ma non per questo risulta essere meno vibrante ed incisiva. E le parole del presule non potevano che prendere in considerazione proprio la crisi sanitaria che tutto il mondo sta ancora vivendo. “Non è semplice rileggere l’anno della pandemia, ma è possibile farlo sapendo che ‘tutto concorre al bene’ – afferma monsignor Sigismondi, richiamando la Lettera ai romani (Rm 8.28) -. Dio conduce la storia, che si dipana sotto il suo sguardo misericordioso nel suo fluire incerto e nel suo intreccio di bene e di male. L’opera della Salvezza è un fiume carsico che scorre nelle vene della terra ma non sfugge alle mani di Dio”. Il vescovo ricorda inoltre come “Dio ricava il bene da tutto: dal peccato, dalla morte, dalla Croce e persino dalla tomba. Egli scrive diritto sulle righe storte tracciate dagli uomini. Non tutto ciò che accade è volontà di Dio – prosegue Sigismondi – ma in ogni cosa che capita c’è sempre una via che rimane dentro il suo piano di Salvezza”. Poi, richiamando Isaia (21,11-12), l’amministratore apostolico della Diocesi di Foligno sottolinea come il quesito “Sentinella, quanto resta della notte?”, rappresenta oggi la domanda che attraversa il cuore di fratelli e sorelle che hanno sofferto e soffrono la pandemia. “Questa stagione – rimarca il vescovo di Orvieto-Todi – contribuisce a trasformare la nostra fragilità in una più forte coscienza di fraternità e di solidarietà, che vede in prima linea medici, infermieri e operatori sanitari. Sono loro che commentano, anche nelle corsie degli ospedali da campo, la parabola del Buon Samaritano, alleviando il peso della sofferenza e l’estrema solitudine della morte. Testimonianze così esemplari – prosegue ancora monsignor Gualtiero Sigismondi – tengono viva e lieta la speranza, sintetizzata dall’annuncio pasquale ‘ma Dio lo ha resuscitato dai morti’”.

IL “MA” DELL’UOMO E QUELLO DEL SIGNORE – “La storia – sottolinea il vescovo Sigismondi – si regge sul ‘ma’ di Dio, che è completamente diverso da quello dell’uomo. Il ‘ma’ dell’uomo spesso è seguito dal ‘però’, creando un cortocircuito sintattico. Il ‘ma’ dell’uomo spesso è preceduto da un ‘si’, che ha la stessa accezione del ‘se’. Al contrario – ricorda il vescovo – il ‘ma’ di Dio non ha né premesse né postille. E’ il ‘ma’ della Luce che dissipa le tenebre, è il ‘ma’ della vita che vince la morte, è il ‘ma’ della Grazia che sovrabbonda là dove abbonda il peccato. Con il suo ‘ma’ Dio ha sbilanciato l’orientamento della storia dalla parte del bene, per sempre”. Poi, monsignor Sigismondi richiama anche le parole di Papa Francesco, avvertendo come “peggio di questa crisi pandemica, c’è solo il dramma di sprecarla chiudendoci in noi stessi. Per evitare di sciupare questa fase della storia, è necessario chiederci cosa abbiamo imparato e cosa non riusciamo ad apprendere da un’emergenza sanitaria, sociale ed economica che ha reso globale la provvisorietà”.

L’ESORTAZIONE – E’ dopo tutte queste premesse che, nella catechesi d’Avvento, monsignor Gualtiero Sigismondi lancia alcune esortazioni, con lo sguardo proiettato con speranza al futuro. “Occorre passare dalla logica dell’emergenza alla cultura della progettualità – dice Sigismondi -. Servono scelte coraggiose, che possano avviare processi di cambiamento, di lungo respiro e tracciare percorsi di riforma dagli ampi orizzonti. Occorre trovare il coraggio di innovare non solo nella società civile, ma anche nella comunità ecclesiale. Il Signore forse sta accelerando il passo per quella conversione missionaria della pastorale che Papa Francesco ci invita ad osservare. La comunità cristiana e anche la nostra comunità diocesana, non possono limitarsi a rimanere in attesa di vedere se i fedeli torneranno a messa o agli incontri di catechesi, se si adatteranno a strumenti e nuove modalità di comunicazione, ma deve chiedersi come fare, di questa fase così complessa, un’occasione di grazia e conversione missionaria della pastorale”. C’è quindi bisogno di una Chiesa che “cammina e si rinnova”, capace di “coltivare l’essenziale”, dedicando “una cura speciale ad una formazione cristiana di grande qualità” e riscoprendo nella ‘domus ecclesiae’, nella famiglia, “l’ambiente vitale della trasmissione della fede”.

IL PRESEPE – In un Natale caratterizzato dal distanziamento, il vescovo Sigismondi invita le famiglie ad essere unite nella semplicità. “Sarebbe molto bello – afferma il presule – se nella notte di Natale le famiglie si trovassero in silenzio davanti al presepe, dopo averlo allestito. Un profondo silenzio di contemplazione. E’ questa l’occasione più bella per vivere il Natale: perché è nel profondo silenzio che è sceso in mezzo a noi il Verbo della vita”.

DALLA CRISI AL DISCERNIMENTO – “Consapevoli che è nella crisi che nasce l’inventiva – sottolinea Sigismondi – quello attuale è un tempo che ci mette di fronte all’obbligo di cambiare gli stili di vita, anche quelli pastorali. La parola crisi richiama all’azione, al prendere decisioni, a setacciare tutto con attenzione, per trattenere quanto vale e tralasciare il superfluo. La crisi è occasione di discernimento e di conversione. E’ occasione anche di creatività. La creatività – prosegue monsignor Sigismondi citando Einstein – nasce dall’angoscia, come il giorno nasce dalla notte oscura. E’ nella crisi che nasce l’inventiva, è nella crisi che nascono le scoperte, le grandi strategie. Chi supera la crisi supera se stesso senza essere superato. E’ nella crisi che il meglio di ognuno di noi affiora. Senza crisi qualsiasi vento diventa una brezza leggera. L’unica crisi minacciosa, è la tragedia di non voler lottare per superarla”.

SOGNARE E PENSARE – Quasi in conclusione, un altro significativo passaggio della catechesi del vescovo Gualtiero Sigismondi. Uno stimolo per ognuno di noi: “Preparate la via al Signore. Il Signore conceda al nostro travaglio di aprire strade nuove al Vangelo. Per osare occorre immaginare, per immaginare si deve sognare. Per sognare è indispensabile pensare. E per pensare non si può fare a meno di ascoltare. Per ascoltare la Parola, è inevitabile camminare insieme, sentire con la Chiesa. E’ tempo di immaginare e di sognare”.

E’ possibile ascoltare la Catechesi d’Avvento del vescovo Gualtiero Sigismondi attraverso questo link: https://www.youtube.com/watch?v=b970gN7mVTg&t=1297s

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

Articoli correlati