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Covid-19, il dottor Patoia tra i primi vaccinati in Umbria: “Nessuna esitazione”

Pubblicato il 28 Dicembre 2020 09:55 - Modificato il 5 Settembre 2023 12:58

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La prima giornata di vaccinazioni è andata in archivio. Anche in Umbria quella del 27 dicembre verrà ricordata come una data storica nella lotta al Covid-19, con le prime 85 dosi del vaccino Pfizer-Biontech somministrate agli operatori sanitari e agli ospiti della Rsa “Santa Margherita” di Perugia. A ricevere il vaccino anche alcuni operatori dell’ospedale “San Giovanni Battista” di Foligno come i primari Giuseppe Calabrò della Medicina d’urgenza e Lucio Patoia della Medicina Interna. In questi mesi i due sono stati in prima linea nella battaglia contro il Coronavirus e, ancora oggi, sono in corsia tra le mille difficoltà del caso. “Tutti i giorni vediamo persone che stanno male. Tra noi ci sono stati anche medici ed infermieri contagiati con conseguenze serie – racconta il dottor Lucio Patoia a Rgunotizie.it -. Il Covid-19 è una malattia che esiste e non frutto della fantasia come qualcuno vorrebbe far credere. Purtroppo anche a Foligno, così come nel resto del mondo, c’è gente che muore. Aver realizzato un vaccino è importantissimo, così come reputo intelligente vaccinarsi”.

Ma cosa rappresenta, per chi lavora nel campo sanitario, aver iniziato la campagna di vaccinazione? “E’ un segnale forte per tutto il mondo, perché avere uno strumento di cura è importante – spiega il dottor Lucio Patoia -. In questo anno la scienza ha fatto cose che solo cinque o sei anni fa erano impensabili, dando anche belle prospettive per il futuro. Il vaccino non sarà una panacea a tutto, ma è la metafora di un mondo che sta andando avanti, con l’obiettivo di garantire a tutti una vita sempre più positiva, serena e libera dalla malattia: è il progresso per un’esistenza migliore”.

Ancora oggi però c’è chi rinnega il virus e soprattutto getta ombre sul vaccino. “Credo che tante rassicurazioni sul valore scientifico del vaccino siano inutili con persone che si sono messe in una posizione di scetticismo a priori. Gli studi ci sono e sono stati fatti molto bene su grandi numeri di popolazione – sottolinea il primario del ‘San Giovanni Battista’ –. Le conclusioni ci dicono che il vaccino è efficace e sicuro: riterrei stupido non farlo, visto che stiamo parlando del contrasto ad una malattia potenzialmente mortale. Faccio il medico e non ho avuto nessuna esitazione, perché non voglio ritenermi così stupido da non perseguire questa strada”.

E se a dirlo è un medico che tutti i giorni deve fare i conti con ricoveri e nuovi malati, qualsiasi dubbio dovrebbe essere fugato in un istante. Anche perché l’arrivo dei primi vaccini non invertirà subito la tendenza della pandemia. Negli ospedali la situazione rimane infatti ancora molto delicata. “Anche in Umbria negli ultimi giorni stiamo assistendo ad un rallentamento dei numeri, ma tutti i giorni in ospedale entrano persone in condizioni gravi – racconta il dottor Lucio Patoia -. Non siamo stracolmi come venti giorni fa, ma abbiamo reparti con persone in condizioni abbastanza gravi. E’ per questo che dobbiamo avere ancora cautela e rispettare le tre precauzioni di cui abbiamo sempre parlato, correndo a fare il vaccino appena sarà possibile”.

Prima di chiudere, il medico vuole rivolgere a tutti un appello: “Non bisogna andare in cerca del contagio, perché poi le conseguenze si vivono sulla propria pelle. Dobbiamo essere felici per l’arrivo del vaccino, ma sappiamo che distrarsi proprio ora sarebbe rischioso – conclude il dottor Lucio Patoia -. E’ come se, dopo un viaggio in auto di 600 chilometri, ci distraiamo nell’ultimo tratto e facciamo un incidente. Per l’immunità di gregge ci vorrà ancora tempo, manteniamo alta la guardia”.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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