Mille e trecento positivi in meno nel giro di una settimana. Sono i numeri dell’Umbria del Covid, alla prese con una lenta discesa dei nuovi casi da un lato e dall’incremento dei guariti dall’altra. Dati che permettono di tirare un mezzo sospiro di sollievo. Vietato però abbassare la guardia, soprattutto perché la situazione negli ospedali è ancora molto critica, con posti letto e terapie intensive ingolfate. In più, in alcune zone del territorio regionale il contagio rimane alto. Tutte indicazioni che portano palazzo Donini a tenere alta l’attenzione, come riferito nella mattinata di martedì dalla presidente Donatella Tesei. “L’indice Rt – ha spiegato la governatrice in consiglio regionale – è allo 0,79, fra i più bassi d’Italia. Continua però a preoccupare la situazione ospedaliera – ha reso noto la Tesei – con 507 ricoverati nonostante il calo dei contagi, soltanto 50 in meno rispetto al picco, e con 78 ricoverati in terapia intensiva, solo 8 in meno rispetto al picco. Le cause di questi dati sono da ascrivere alle mutazioni del virus, che costringono all’ospedalizzazione e a cure più lunghe”. E’ per questo motivo che in Regione si lavora per un ulteriore potenziamento delle strutture ospedaliere, oltre che a migliorare il tracciamento, accelerare le vaccinazioni e allentando il rigore delle misure da adottare se e quando possibile, sulla base di dati scientifici e indicazioni dei Cts.
NUOVE STRATEGIE – “Per quanto riguarda il potenziamento – ha riferito Donatella Tesei al consesso regionale – anche in ottica di una eventuale fase 4 arriveremo a 800 posti di ospedalizzazione entro fine marzo, mentre a settembre potremmo arrivare a 180 posti di terapia intensiva dai 141 attuali. Non bisogna dimenticare che partivamo da 59 posti in tutta la regione. Stiamo cercando di recuperare l’attività ordinaria. Per quanto riguarda il tracciamento due sono le misure adottate: la piattaforma informatica unica con i dati allineati in tempo reale e l’estensione del ‘modello Todi’ nelle aree più critiche”.
ALLENTAMENTI – Rispetto all’allenamento delle misure, la presidente della Regione ha chiesto al Cts e Sanità due modifiche: “riaprire gli esercizi commerciali di vicinato già da sabato e – ha detto -, al governo, di porre in essere ristori adeguati a coprire anche le ordinanze regionali, chiesti prima di tutti perché siamo stati i primi ad entrare in zona rossa”.
VACCINI – “Oggi – ha ricordato Donatella Tesei in merito ai vaccini – abbiamo una capacità di vaccinazione per 5mila dosi al giorno, più del doppio rispetto alla precedente informativa. Se avessimo i vaccini necessari, in 5 mesi avremmo vaccinato tutti, compresi i neonati. Ho quindi chiesto al governo il riequilibrio delle dosi per popolazione, all’Umbria spettano 16mila dosi che Arcuri non ci ha consegnato, nonostante le richieste. E le ulteriori 50mila dosi richieste al Ministro della salute spero siano all’attenzione delle nuove linee direttive del nuovo commissario”.
LE SCUOLE – Sulla questione delle scuole, la presidente ha ribadito di essere consapevole che “serve un nuovo approccio, ora sono chiuse tutte sopra il limite di 250 contagi per 100mila abitanti. A livello nazionale si sta riflettendo su questo, per misure di carattere nazionale da declinare sui territori. Le varianti stanno mandando fuori controllo molte regioni. Nel resto del territorio regionale, spero nella riapertura degli asili, ho chiesto anche le elementari, ma c’è un contagio molto diffuso fra le fasce più giovani quindi sarà un’evoluzione su cui lavoreremo in settimana. L’uscita dalla Dad per medie e superiori non sarà possibile, i dati non ce lo consentono”.
L’OPPOSIZIONE – Nel corso del consiglio regionale di martedì mattina ha preso la parola anche Fabio Paparelli, in qualità di portavoce dell’opposizione, intervenendo sull’emergenza Covid in Umbria. “La presidente ci mostra sempre il bicchiere mezzo pieno – ha detto Paparelli – mentre per noi non è nemmeno mezzo vuoto. Anche il dato sui posti di terapia intensiva è allarmante: noi arriveremo al massimo quando tutti dovremmo essere vaccinati. La presidente deve ricordare che prima dell’inizio della pandemia le terapie intensive in Umbria erano nella media nazionale. Il fallimento di oggi è legato alla mancata programmazione tra la prima e la seconda ondata. Ancora oggi ci viene detto che ci sono problemi sui tracciamenti, che si sono persi ad ottobre e non sono mai stati recuperati. Non mi risulta che siano stati spesi tutti i fondi nazionali per le terapie intensive. Avevate presentato piani per le terapie intensive realizzabili nel 2023. Le assunzioni promesse non ci sono state mentre ci sono state molte fughe”.
ESULTANO SQUARTA E PACE – In consiglio regionale è stata approvata all’unanimità la risoluzione avanzata dai consiglieri regionali Marco Squarta ed Eleonora Pace, che impegnava la giunta a rivedere l’ultima ordinanza che imponeva la chiusura obbligatoria delle attività commerciali (esclusi generi alimentari, prodotti agricoli e florovivaistici) sabato pomeriggio e per tutta la giornata di domenica. “Siamo soddisfatti del risultato ottenuto – dichiarano in una nota gli esponenti di Fratelli d’Italia – considerato che il settore del commercio è già fortemente provato dalla crisi legata al Covid e gli esercenti già soffrono le limitazioni degli spostamenti tra comuni previste dalla zona arancione”. L’atto presentato da Squarta (presidente dell’Assemblea legislativa) e da Pace (presidente della Commissione Sanità), chiede anche all’esecutivo di potenziare il tracciamento dei contatti per prevenire i contagi da coronavirus, un’implementazione dei punti di vaccinazione e il sollecito, al governo, per ottenere le 50mila dosi di vaccino promesse dal ministro Roberto Speranza. Nell’atto approvato oggi in consiglio regionale si parla anche di rafforzare i controlli antiassembramento e di prevedere un protocollo capace di estendere i canali di vaccinazione sui luoghi di lavoro, coinvolgendo le categorie economiche e sociali insieme al mondo delle imprese umbre.