Raggiungere un “ragionevole accordo intorno ad un nome che tutti possano sostenere con convinzione” o convocare “entro gennaio elezioni primarie”. Sono le due strade tracciate da Foligno in Comune a seguito di quanto accaduto tra le fila del centrosinistra durante le festività natalizie, con il veto posto dal Movimento 5 stelle alla candidatura dell’avvocato Marco Mariani proposta dal Partito democratico. Per il gruppo politico, una presa di posizione che rischia di “regalare alla destra una facile vittoria nelle prossime elezioni amministrative, compromettendo il lungo, paziente lavoro di reciproco ascolto che aveva portato alla costituzione di un’ampia alleanza progressista”.
Legittimo per Foligno in Comune criticare ed eventualmente contrastare la candidatura del professionista folignate da parte di quelle liste che, dicono, “avrebbero avuto difficoltà a convogliare su di essa i voti dei propri elettori, ma – aggiungono – era giusto prenderla in considerazione, entrare nel merito, ascoltarne le idee, spiegare a lui e al partito che l’aveva proposto le ragioni del proprio eventuale dissenso, se questo persisteva”.
Questa, dunque, la linea che si sarebbe dovuta percorrere per “salvare” il lavoro fatto all’interno della coalizione di centrosinistra – composta da Pd, Foligno 2030, Patto x Foligno, Foligno in Comune e Movimento 5 stelle – per arrivare compatta all’appuntamento con le amministrative della prossima primavera e non rischiare di far saltare tutto, evitando il ripetersi, sottolineano, della “tragedia delle elezioni politiche quando le divisioni del fronte progressista regalarono alla destra la vittoria a tavolino”.
E ora che, calendario alla mano, mancano 150 giorni alla chiamata alle urne, “è possibile portare a termine il lavoro degli ultimi mesi?”. Un lavoro fatto di “reciproco ascolto” che ha prodotto “idee e spunti programmatici che possono aprire una pagina nuova nella vita cittadina”. Se, per Foligno in Comune “tutto portava, sino a qualche giorno fa, a rispondere positivamente”, questa certezza ora inizia a vacillare.
Da qui, un monito ad evitare “ultimatum” e “ripicche” e un invito alla “responsabilità”. “Bisogna abbassare i toni, armarsi di pazienza e riprendere il confronto” dicono da Foligno in comune, che mette sul piatto due possibili opzioni: la prima, ritenuta però meno probabile, è che l’avvocato Mariani accetti nuovamente di “essere posto in discussione al pari degli altri candidati e che il Movimento 5 stelle consideri la sua candidatura legittima e degna di attenzione”; oppure, “venuta meno la proposta di Mariani (e in parallelo, per ragioni facilmente comprensibili, quella di David Fantauzzi) si entri finalmente nel merito delle due proposte avanzate per prime (Diego Mattioli e Andrea Luccioli), e di altre che eventualmente dovessero essere avanzate da Pd e M5S nelle prossime ore”. E poi le mosse successive: l’accordo intorno ad un nome oppure, come detto, affidare la scelta agli elettori ricorrendo alle primarie.